Il secondo sacrificato dopo Hakimi? Tutte le idee in uscita dell’Inter

Non è scontato che la cessione del marocchino basti per fare tornare i conti nerazzurri

Tutti sono utili, nessuno è indispensabile. Una massima spesso applicata anche agli sport di squadra vale più che mai per il mercato dell’Inter. L’input della proprietà è ridurre del 15-20% il costo del lavoro, ma anche di chiudere con 100 milioni in attivo il bilancio tra entrate e uscite. Obiettivo non facile, anche a considerare il tesoretto che potrebbe arrivare dai giocatori che hanno giocato l’ultima stagione in prestito e che non rientrano comunque nei piani tecnici del club. I vari Nainggolan, Joao Mario, Dalbert e Lanzaro però potrebbero portare soltanto una ventina di milioni.

Effetto Hakimi

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Quindi il rischio di dovere sacrificare un paio di big rimane concreto. Anche perché poi il mercato in entrata non potrà vivere soltanto di altri eventuali cavalli di ritorno come Dimarco, Agoume, Salcedo e Pirola. Il titolarissimo quasi certo di uscire è Hakimi. L’Inter punta ad incassare almeno 70 milioni dal Psg, ma spera che sul 22enne marocchino possa scatenarsi un’asta che coinvolga anche Bayern e club inglesi, facendo salire il prezzo fino a 80. Ma a queste considerazioni bisogna aggiungere il fatto che tutti sanno che l’Inter ha esigenza di vendere e che la crisi riguarda tutto il movimento, quindi in pochi hanno la disponibilità economica per investire certe cifre.

Movimenti in mezzo

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Da tempi e modalità dell’operazione Hakimi, e dalle strategie in entrata, dipenderà il discorso sul secondo sacrificato. Se per esempio l’Inter volesse andare alla carica per De Paul (valutato 40 milioni dall’Udinese, che però aprirebbe anche all’inserimento di contropartite tecniche) dovrebbe cedere un pezzo grosso del centrocampo. Reparto in cui la situazione è fluida. Barella piace a diverse squadre inglesi, ma è un perno del futuro nerazzurro. Inzaghi vuole confermare Brozovic come regista basso, ma il croato andrà in scadenza nel 2022, quindi o rinnova o andrà ceduto in questa sessione. Se arrivasse un’offerta da 40 milioni, Epic potrebbe anche salutare. Per lui potrebbe essere importante la vetrina dell’imminente Europeo. Stesso discorso per Eriksen, che si porta dietro un ingaggio pesantissimo da oltre 7 milioni a stagione. Inzaghi dovrà pronunciarsi poi su Sensi, croce e delizia di Conte, potenziale crack ma troppo spesso infortunato. Il fantasista piace a Shakhtar e Fiorentina, per 20 milioni potrebbe cambiare maglia. Ma anche diventare un rinforzo preziosissimo, soprattutto se la mediana nerazzurra venisse sfoltita. Un’uscita di Vidal sarebbe graditissima, non porterebbe soldi dal cartellino ma garantirebbe un bel risparmio a livello di ingaggio. Arturo però ha almeno un altro anno garantito e per ora non ha intenzione di muoversi. Si attende infine un’offerta del Napoli per Vecino.

Difesa

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Più difficile immaginarsi rivoluzioni in difesa e in attacco. Bastoni è stato appena blindato col rinnovo e relativo adeguamento. Ora potrebbe partire solo in presenza di una proposta indecente, di quelle che – visti i tempi che corrono per tutti – possono arrivare soltanto dall’Inghilterra. Per Skriniar si era parlato della Roma di Mou, che già voleva lo slovacco al Tottenham, ma anche qui non c’è nulla di concreto. E per meno di 50 milioni l’Inter non si siederebbe nemmeno al tavolo. Per De Vrij, che essendo arrivato a zero garantirebbe un’enorme plusvalenza, ne servono invece 40.

Attacco

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Non separare la LuLa è infine l’auspicio di tutto il mondo nerazzurro. Lukaku, al pari di Barella, è considerato centrale nel progetto. Essendo costato 70 milioni, potrebbe lasciare Milano soltanto se qualcuno ne offrisse 120. Non facile. Lautaro invece potrebbe fruttarne 80, ma si punta a seguire la strada percorsa con Bastoni. Dopo che un accordo per proseguire insieme era stato trovato mesi fa, ma poi congelato per i problemi della proprietà, entro un paio di settimane dovrebbe arrivare la firma sul prolungamento. A quel punto per portarlo via dall’Inter servirebbe davvero un’offerta folle. Anche perché poi Marotta e Ausilio dovrebbero investirne una parte cospicua per trovare un sostituto. In uscita c’è Pinamonti (dovrebbe rientrare Salcedo), mentre resta da valutare la posizione di Sanchez. Il cileno è reduce da un buon finale di stagione, ma ha pur sempre quasi 33 anni e un ingaggio da 7 milioni che appesantisce a sua volta il monte stipendi.

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