Il ruolo di Mendes nel nuovo Milan. Paredes, due piste italiane

Due carte pesanti in mano al procuratore per il futuro dei rossoneri, il centrocampista del Psg potrebbe sbarcare in Serie A. E inizia a infuocarsi anche il mercato dei direttori sportivi…

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Jorge Mendes sarà un passaggio essenziale per le strategie del Milan, anche dopo l’imminente svolta societaria. Il famoso procuratore ha due carte in mano di fondamentale importanza per il futuro dei rossoneri: Rafael Leao e Renato Sanches. L’attaccante ha rappresentato fin qui il grimaldello che apre tutte le serrature, l’ideale per vincere le partite più complicate come quella di domenica scorsa contro la Fiorentina. L’accordo per il rinnovo rispetto all’attuale impegno in scadenza nel 2024 è stato impostato, previsto un ricco adeguamento. La vicenda del contenzioso Sporting-Lilla con relativo pagamento di una cifra enorme (16,5 milioni) che pende sulla sua testa ha un po’ rallentato la procedura. È evidente che l’avvento di una nuova proprietà e il ruolo centrale di Rafael coinvolgano sempre più l’attaccante. Anche se arrivassero offerte da 70 milioni, difficilmente verrebbero prese in considerazione, una nuova e prestigiosa proprietà non si potrebbe presentare con una cessione illustre. Esattamente come fece Rocco Commisso quando rilevò la Fiorentina e Chiesa gli comunicò che aveva scelto la Juve, operazione che fu rinviata di un anno per i suddetti motivi. Il rapporto con Mendes è importante perché si tratta di un doppio binario che comprende Renato Sanches. La storia è nota: il centrocampista in scadenza nel 2023 è un obiettivo rossonero dal 2017 quando giocava nel Bayern e addirittura c’era un’altra proprietà. Cinque anni dopo si può finalmente andare a dama, dopo aver chiarito che Sanches non ha chiesto 6 o 7 milioni di ingaggio a stagione e che ha messo il Milan in cima alle preferenze. La presenza di Mendes può essere fondamentale per agire sul doppio binario e confezionare i regali più graditi per festeggiare lo scudetto. Non a caso fin qui Maldini ha evitato discorsi collegati al mercato, ma i lavori sottotraccia procedono.

Leandro Paredes deve compiere 28 anni e presto prenderà una decisione sul suo futuro. Per il momento è in convalescenza dopo i problemi al pube che hanno portato all’inevitabile operazione, ne avrà per un mese e la stagione con il Paris Saint-Germain è finita da un pezzo. Le valutazioni saranno tecniche e contrattuali, soprattutto la scadenza (giugno 2023) porterà a prendere una decisione senza attraversare l’ultimo anni a Parigi nell’incertezza. Paredes piace da sempre alla Juve, ha dichiarato che ha rifiutato in passato il trasferimento in bianconero, malgrado sua padre spingesse per questa soluzione. Allegri insegue un centrocampista con le sue caratteristiche oppure con quelle di Jorginho, un metronomo che metta ordine e che accenda la manovra con intuizioni geniali, poi la Juve andrebbe alla ricerca di una mezzala possibilmente di grande fisicità (piace moltissimo Milinkovic-Savic, mentre su Pogba vanno fatte valutazioni di ogni tipo). L’argentino è un’idea dell’Inter, ma probabilmente i nerazzurri non hanno intenzione di spendere una cifra così importante. Nel senso che diventa fondamentale avere un vice Brozovic, tuttavia gli esborsi alti sono previsti per altri reparti. Già, perché il Paris Saint-Germain non regalerà il cartellino e non farà sconti infiniti: pur essendo a poco più di un anno dalla scadenza e pur non essendoci notizie per un imminente rinnovo, la valutazione è tra i 15 e i 18 milioni, di sicuro non un cadeau a prezzi di saldo. In ogni caso sia Juve che Inter dovranno prima occuparsi degli esuberi, parliamo di Arthur e Vidal, passaggi fondamentali per procedere tranquillamente alle operazioni in entrata. Paredes ha altre proposte, non soltanto italiane, e vive queste prime settimane di primavera senza ansia. Guarire dall’infortunio è la priorità, poi ci sarà tempo e modo per pensare al futuro.

La scorsa estate era stata quella degli allenatori, stavolta ci sono molte porte (poltrone) girevoli: nel mondo dei direttori sportivi ci saranno alcuni aggiustamenti più o meno annunciati. Partiamo da Bologna dove è finito il ciclo di Riccardo Bigon e sta per essere definito l’accordo con Giovanni Sartori. Quest’ultimo lascerà Bergamo dopo un ciclo ricco di soddisfazioni, c’era stata una possibilità di entrare nel circuito Juve, in ogni caso il suo addio all’Atalanta era nell’aria dopo la svolta societaria e dopo un periodo da professionali separati in casa con Gasperini. Professionali perché hanno messo al primo posto il bene dell’Atalanta, pur non avendo un rapporto idilliaco. Gasperini e Sartori ai sono sopportati per il bene del club e i risultati sono stati strepitosi. Sartori troverà un Caputo ambizioso, il Bologna cercherà un salto di qualità che possa consentire di avvicinarsi alla zona Europa. Mentre D’Amico è, da almeno un mese abbondante, il prescelto della Dea: alla famiglia Percassi è piaciuto il suo metodo nella scoperta di giovani stranieri e nel recupero di vecchi talenti (Caprari e Simeone sono due nomi) che erano reduci da periodi complicati. Il Verona aveva valutato diversi profili per la sostituzione, ma da almeno una settimana si è orientato su Pietro Accardi, un altro rampante reduce da un buon ciclo a Empoli. E così ora siamo quasi al completo, tenendo comunque conto che Igli Tare resta in scadenza 2023 con la Lazio e che il Venezia procederà all’arrivo di uno specialista italiano, i rapporti con Collauto sono quasi ai minimi. E la rivoluzione potrebbe coinvolgere la Serie B, per esempio il Parma che ha speso tantissimo dall’avvento della nuova proprietà e che non è riuscito a centrare l’obiettivo minimo dei playoff. La traduzione è: non basta avere uno specialista in promozioni come Beppe Iachini, tra l’altro salito sul treno in corsa per rilevare una situazione difficile, ma serve una strategia che non porti soltanto all’acquisto di tanti stranieri.

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