Il rosso a Mario Rui cambia la partita: Napoli sconfitto in casa dallo Spartak Mosca

Azzurri in vantaggio dopo 13” con Elmas, poi restano in dieci e i russi dilagano. Osimhen regala ancora una chance col gol del 2-3 nel recupero, ma è troppo tardi

Maurizio Nicita @manici50

30 settembre – NAPOLI

Contate da 1 a 13 e il Napoli è già in vantaggio. Sono proprio 13 (nemmeno, se si guarda ai centesimi) i secondi che passano dal fischio iniziale alla rete del vantaggio contro lo Spartak Mosca. Capitan Insigne disegna uno dei suoi classici cambi gioco per Politano e il portiere Maksimenko in anticipo s’impappina e il pallone diventa una saponetta fra le sue braccia, la sfera finisce sui piedi di Elmas che non può far altro che sbatterla dentro. Sembra tutto facile e il Napoli comincia a fare un po’ di accademia e pensa a divertirsi ma la partita diventerà un incubo per la capolista del campionato che perde l’imbattibilità stagionale e rischia seriamente di compromettere il proprio cammino europeo.

Rosso a Mario Rui

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Poco prima della mezz’ora ecco l’episodio che complica tutto. Su un passaggio russo a metà strada, Mario Rui interviene in scivolata ma alza il piede sinistro – seppur senza cattiveria – e colpisce a una gamba Moses. L’arbitro slovacco Kruzliak tira fuori il giallo, ma – richiamato dal Var – opta per il rosso. A questo punto Spalletti è costretto a ridisegnare la squadra, che passa a un 4-2-3 con Elmas che diventa terzino destro, Di Lorenzo che si sposta a sinistra e Fabian e Zielinski centrali per mantenere il tridente. Qualche minuto dopo però il tecnico preferisce preservare il capitano e lo sostituisce con Malcuit che consente così a Elmas di andare alto a sinistra nel tridente. Nonostante tutti questi accadimenti Meret, al rientro tra i pali dopo l’infortunio di Genova un mese fa, rimane inoperoso. E il Napoli anche in inferiorità numerica spreca con Zielinski la clamorosa occasione del 2-0. Strano davvero per il polacco sbagliare di sinistro un rigore in movimento. Ma il primo tempo si allunga a dismisura, 9 minuti, perché nel recupero l’arbitro – a due metri dall’accaduto – crede di vedere un fallo da rigore su Promes, commesso da Politano. Lo slovacco viene chiamato ancora da Var e scopre che è l’attaccante russo a fare, seppur involontariamente, un movimento indietro che diventa un pestone per l’esterno azzurro. Finisce così un primo tempo strano nel suo svolgimento ma con una sola squadra protagonista del gioco: il Napoli.

Osimhen invocato

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Sorprende un po’ che nella formazione di partenza non ci sia Victor Osimhen, lo spacca partite che ha realizzato 6 gol nelle ultime quattro partite. Ma è giusto che il nigeriano riposi un po’, come Frank Anguissa che da quando è arrivato, il 10 settembre a Napoli, le ha giocate praticamente tutte. Poi però con l’inferiorità numerica e problemi di equilibrio, nell’intervallo Spalletti lascia fuori Petagna e Zielinski per far entrare proprio i due africani e passare a un 4-4-1 più compatto. Tracimante l’affetto della gente per Victor, già osannato e invocato nel riscaldamento. Ma la ripresa è complicata per un Napoli troppo schiacciato e al 10’ arriva il pari, di fatto al primo tiro russo nello specchio. È Moses ad andar via a Politano e dal fondo fa partire un cross arretrato sul quale Promes è più rapido a girare in rete, con Elmas troppo passivo e c’è anche una deviazione di Koulibaly, anche se non decisiva. Lo stesso Comandante nel finale sbaglia una uscita con lo Spartak che si avventa in avanti e sull’asse Sobolev- Promes costruisce il gol del definitivo 3-1. La rete di Osimhen più che accendere una fiammella serve per lo score del nigeriano: 7 gol in 5 partite.

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