Il Romagnoli innamorato: “Da quando ero bambino sognavo di giocare nella Lazio”

Con il suo approdo in biancoceleste, il difensore cresciuto nel mito di Nesta abbraccia la sua prima passione calcistica: “Andavo all’Olimpico da tifoso da quando avevo 5 anni con mio padre: siamo una famiglia di laziali”

“Il mio sogno di bambino non era quello di giocare in Serie A, ma di giocare per la Lazio”. Adesso che finalmente ci è riuscito Alessio Romagnoli può gridare tutta la sua gioia per quel desiderio inseguito da una vita ed ora realizzato. Lo ha fatto, il neo difensore biancoceleste, nel corso di un’intervista rilasciata al canale tematico del suo nuovo club. Ha raccontato le sensazioni dei suoi primi giorni da laziale, il debutto in amichevole dei giorni scorsi (“indossare quella maglia è stata la più grande emozione della mia vita sportiva”), i retroscena di una trattativa (quella per arrivare in biancoceleste) partita molto da lontano.

IL SOGNO REALIZZATO

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“Mio padre è laziale, tutta la mia famiglia lo è – ha raccontato Romagnoli -. Da piccolo andavo con lui all’Olimpico, anche nell’anno dello scudetto nonostante avessi solo 5 anni. Era sempre un’emozione incredibile”. Poi, quando è diventato un calciatore professionista, ci è tornato per andare in campo, ma da avversario della Lazio. “E ogni volta, prima di giocare, mi tiravo su la felpa da allenamento per cantare l’inno della Lazio. Io credo non ci sia nulla di male nel manifestare la propria fede calcistica, poi da professionista ho sempre dato il massimo per la squadra per cui giocavo”. Anche a costo di far male alla sua Lazio. Come in quella semifinale di Coppa Italia in cui realizzò per il Milan il gol-qualificazione, ma non esultò. “Per me fu un cosa naturale. Non esultare voleva dire rispettare i miei ideali e la mia fede”.

IL LUNGO CORTEGGIAMENTO

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Con queste premesse era scontato che prima o poi le strade della Lazio e di Romagnoli si sarebbero incrociate. “Con l’avvicinarsi della scadenza del contratto il pensiero è diventato ricorrente. Anche perché volevo arrivare alla Lazio non troppo in là con gli anni. Questa è l’età giusta. Sono reduce da un problema serio, la pubalgia, che sto però risolvendo. E sono pronto a dare il mille per cento per questa maglia. I tifosi mi hanno dato tanto in questi giorni, è arrivato il momento di restituire con gli interessi tutto questo affetto. Il mio augurio e la mia promessa è che tutti assieme potremo raggiungere grandi risultati”.

NEL SEGNO DI NESTA

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Romagnoli ha scelto la maglia numero 13, la stessa del suo idolo Alessandro Nesta. “Per me lui è stato il difensore più forte di tutti i tempi. Aver indossato la sua maglia prima al Milan ed ora alla Lazio è semplicemente fantastico. Cercherò di fare del mio meglio per onorarlo, ma quello che ha fatto lui è in ogni caso irripetibile. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, è una grande persona. Da laziale, mi dispiacque tanto quando andò al Milan. Se fosse rimasto la Lazio avrebbe vinto molto di più”. Lui, Romagnoli, ha fatto il percorso inverso. Dal Milan alla Lazio. Questione di fede calcistica.

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