Il razzismo di chi dice: io sono più antirazzista di te

Inginocchiarsi o non inginocchiarsi, questo è il problema. Questo è il problema? Spero proprio di no. Il problema, orrendo, è il razzismo. Di pelle. Di razza. Di genere. Di religione. Di sesso. Di idee politiche. E pure non politiche: di idee e basta. Di gesti, di sensibilità, di comunicazione. Razzismo – a mio parere, s’intende – è anche additare, sminuire, denigrare, sbeffeg-giare, insultare l’altro che non fa come faccio io, se quel che egli fa è perfettamente lecito e legale quanto quel che io fo. Come mettere il ginocchio a terra, oppure no, su un prato di calcio prima di una partita quale condivisione del Black Lives Matter. Personalmente, è un gesto che emoziona, poetico, che usa appunto la poesia per combattere un orrore. Però, sempre personalmente, inorridisco quasi altrettanto quando questo semplice attimo diviene motivo di ridicolo, banale scontro politico, di divisione, di litigiosità e insulto. No, non mi piace che si dia l’ordine: inginocchiatevi. No, non mi piace che si dia l’ordine: non inginocchiatevi. No, a me non piace che si dia un ordine, in genere; vieppiù in merito a una piccola grande cosa che è e deve liberamente essere una scelta individuale. Inginocchiarsi non si-gnifica affatto garantirsi la patente di antirazzista; nello stesso modo si dovrebbe poterlo non fare, non inginocchiarsi, senza garantirsi la marchiatura di razzista, ignorante, becero e troglodita. È anche tristemente probabile che le zucche vuote riempite di materia inumana, benché compostabile, se ne facciano un gran baffo del gesto, della poesia, del Black Lives Matter e di tutte le forme di reclamo che pretendono e difendono il rispetto dei diritti civili di tutti. Quel civili, per loro, è troppo. Ma ciò non è un buon motivo per tollerarli, anzi.

E non tiriamo fuori il gingillo peloso buono per tutti gli usi ipocriti, il burocratese, che pre-vede di non mischiare il calcio con la politica. È una sonora baggianata. Nulla c’entra né dovrebbe c’entrarci, la politica – che altresì è assai più roba calcistica – in questa manifestazione di umanità. Questo è, null’altro. Forse, no niente forse: in ginocchio o in piedi, il gesto di maggior rottura contro il razzismo e contro ogni forma di disumana inciviltà sarebbe rispettare in silenzio la libertà individuale. Senza strumentalizzazioni. E smetterla col penoso e falso spettacolo del io sono più antirazzista di te.

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