Il principe Abraham e l’occasione per “cancellare” l’era di re Dzeko

Alla sua prima stagione, il bomber inglese è entrato nel cuore dei tifosi a suon diretti. Ora la sfida diretta può consacrarlo definitivamente

Senza entrare nel merito del valore (enorme) di Edin Dzeko e di Tammy Abraham, che a 24 anni sta vivendo una stagione straordinaria, c’è un numero, solo un numero, di come l’impatto dell’inglese nella Roma e in Serie A sia stato devastante rispetto a quello del bosniaco: 10 reti Edin nel 2015-2016, 24 (per ora) quelle di Tammy. Non solo: se Dzeko, comunque il terzo marcatore all time della storia romanista con 119 gol, ci ha messo un po’ ad entrare nel cuore dei romanisti, Tammy fin da subito ha avuto la strada spianata. Un altro numero, in questo senso, lo racconta: la “9” di Abraham è sul podio delle maglie più vendute insieme a quelle di Pellegrini e Zaniolo, Dzeko, al primo anno, oscillava tra il quarto e il quinto posto, anche se naturalmente la classifica era “drogata” dalla presenza di Totti e De Rossi.

Record e trofei

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Negli anni, però, Edin è diventato leader e capitano della Roma, portando a casa record e numeri, tra cui uno che gli è particolarmente caro: dal 1998 ad oggi è stato l’unico capitano non romano e romanista del club. Un inedito, negli ultimi 25 anni. Abraham alla fascia non pensa, ai record invece sì anche se l’obiettivo è un trofeo. Dzeko, per vincere la sua prima coppa italiana, è volato a Milano, Tammy spera che già quest’anno sia quello buono.

Prima di arrivare alla Conference, però, c’è l’Inter: all’andata all’Olimpico non c’era per squalifica, Dzeko sì e ha pure segnato. In coppa Italia idem e dopo un periodo di appannamento fisico il bosniaco sembra tornato in buone condizioni. In campionato è a 13 gol, Abraham ne ha segnati 2 in più e non ha intenzione di fermarsi. Gli manca una rete e diventerà il romanista che ha fatto più gol al primo anno in giallorosso. Un modo, l’ennesimo, per far dimenticare Dzeko. Edin è stato uno degli attaccanti più forti della storia della Roma, ma non è mai riuscito a vincere e non certo solo per colpa sua. Tammy ne ha raccolto il testimone bene, benissimo, diventando in pochissimo tempo un punto di riferimento per la Roma e i romanisti. Quello che Dzeko, negli ultimi periodi romani, non riusciva più ad essere. E questo non bastano i numeri a raccontarlo.

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