Il presidente Aia: “Lukaku? Da regolamento chi zittisce il pubblico sarà sempre ammonito”

Pacifici a Radio Anch’io: “La grazia è prerogativa presidente Figc, per noi cambia nulla”. E apre alle spiegazioni di regole del gioco e decisioni: “Gli arbitri parleranno, ma non a fine match”

“Gli arbitri parleranno di più, anche se sulle interviste post gara non sono molto d’accordo”. Ospite di Radio Anch’io sport su Rai Radio 1 il neopresidente dell’Associazione italiana arbitri, Carlo Pacifici, apre alle spiegazione delle scelte in campo degli arbitri, ma senza accelerare: “A fine gara ci sono troppe situazioni, c’è troppa adrenalina che potrebbe alterare l’aspetto comunicativo dell’arbitro, ma sono pienamente convinto che noi arbitri dovremo spiegare attraverso canali diretti quelle che sono le regole del gioco e gli episodi avvenuti sul terreno di gioco”. Nessuna chiusura verso il Var: “È uno strumento importante per noi, ci dà la possibilità di sanare eventuali errori. È logico che deve esserci un equilibrio tra intervento autonomo dell’arbitro e Var. Il protocollo è stato aggiornato, i risultati sono positivi, ma ci sono margini per fare meglio. La Var a chiamata? Sono aperto a qualsiasi soluzione che possa andare incontro alle esigenze del calcio, da parte mia nessuna preclusione”. E sul tempo effettivo chiusa: “Quando l’Ifab (International Football Association Board) opterà per questa soluzione, la metteremo in atto come abbiamo sempre”.

La grazia a Lukaku

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Sul tema della grazia a Lukaku, concessa dal presidente della Figc Gravina, Pacifici spiega che non c’è il rischio che la classe arbitrale valuti ora in maniera diversa questo tipo di gesti o esultanze in risposta a insulti razzisti: “Assolutamente no, la decisione sul campo è stata presa. Poi la grazia è prerogativa del presidente federale, l’ha messa in atto perché probabilmente ha verificato tutte le condizioni. Da parte nostra non cambia nulla, continueremo a prendere le decisioni secondo quelle che sono le regole in atto. Chi andrà a zittire il pubblico dopo essere stato insultato sarà ammonito, lo prevede il regolamento”.

A due marce

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Secondo Pacifici l’altra questione riguarda il gap tra le serie che possono avvalersi della tecnologia del Var e chi non ce l’ha. “La tecnologia ha rivoluzionato il calcio, non lo possiamo sottovalutare – sostiene Pacifici -. Il calcio giocato nei campi di provincia non ha la tecnologia a supporto e quindi le logiche del calcio sono sicuramente diverse. Dobbiamo cercare di trovare un’uniformità per evitare di avere due canali diversi”.

L’unificazione

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Pacifici si è poi detto d’accordo con l’unificazione delle due commissioni, quindi Can A e B come commissione unica per un lavoro di prospettiva. “Dobbiamo valorizzare i giovani così come sta facendo ottimamente Gianluca Rocchi, perché rappresentano il nostro futuro. C’è un ricambio generazionale importante in atto e noi dobbiamo tutelare il calcio attraverso la formazione di arbitri giovani”.

L’allarme

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Il neo presidente dell’Aia ha richiamato l’attenzione sui numerosi atti di violenza che hanno coinvolto i giovani arbitri: “Abbiamo ancora troppi ragazzi che ne sono oggetto – ha sottolineato Pacifici -. Su questo dobbiamo lavorare, la federazione ci è stata vicina dandoci la possibilità di essere tutelati attraverso l’inasprimento delle sanzioni, però è un percorso su cui dobbiamo fare molta attenzione”.

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