Il Portogallo e Ronaldo si svegliano negli ultimi 10 minuti: e l’Ungheria crolla

I lusitani soffrono oltre 80′ fino all’autogol di Orban su tiro di Raphael. Poi si scatena CR7 con due reti (una su rigore)

Dal nostro inviato Luca Bianchin

15 giugno – BUDAPEST

Uno sport più crudele del calcio devono ancora inventarlo. Il Portogallo batte 3-0 l’Ungheria con tre gol negli ultimi 10 minuti più recupero: Raphael Guerreiro e doppietta di Cristiano Ronaldo, uno su rigore. Fin qui, la norma, soprattutto la necessità per i portoghesi nel gruppo “pista nera” con Francia e Germania. Il punto è che l’Ungheria fino all’80’ meritava tutto il punto che si stava guadagnando: grande intensità, attenzione tattica e cuore, tanto cuore. Poi tutto è cambiato con un tocco di cattiveria perché Orban, fin lì tra i migliori dell’Ungheria, ha deviato in porta il tiro di Guerreiro e ha provocato il rigore del raddoppio. “From hero to zero”, “da eroe a zero”, in due minuti.

Cristiano

—  

Ronaldo, certo, è il grande tema. Entrando in campo, è diventato l’unico calciatore della storia a mettere piede in cinque Europei differenti: dal 2004, lui c’è sempre. Con il primo dei suoi due gol ha staccato Platini ed è diventato il primo bipede in doppia cifra per gol nelle fasi finali degli Europei. Il 3-0, con dribbling su Gulacsi, ha portato il conto a 11. Ecco l’ennesimo record da aggiungere alla collezione. L’iraniano Ali Daei col suo primato di gol in nazionale ora è lontano solo tre passi: 109 contro 106.

La partita

—  

L’Ungheria ha fatto capire il suo piano partita al minuto 1: difendere stretti e corti, difendere insieme e difendere forte. Risultato: un muro rosso davanti a Gulacsi. Il Portogallo ha provato a far girare palla ma non ha mai messo la carica da partita della vita. Con queste premesse, normale che Fernando Santos abbia avuto possesso in abbondanza ma occasioni con il limitatore. La principale fino al vantaggio è arrivata dopo 43 minuti: palla educata di Bruno Fernandes per Ronaldo che da solo, a due passi da Gulacsi, ha messo alto come un Pauleta qualsiasi. Piuttosto, il portiere del Lipsia ha dovuto faticare due volte su Diogo Jota e una su un tiro da lontano di Bruno Fernandes. Curioso che, con tutti questi campioni, il più decisivo sia stato l’ultimo della gerarchia: Rafa Silva del Benfica. È entrato nel secondo tempo, ha dato l’assist per l’1-0 e preso il rigore del 2-0.

L’atmosfera

—  

Nota a margine. Il vero spettacolo sono stati i tifosi ungheresi. La Puskas Arena era piena – 61mila persone – e per rumore valeva un concerto rock. La gente in rosso ha urlato per un tiro di Szalai (e va bene) ma anche per una chiusura su Ronaldo, per un falletto su Lovrecsics, per una palla rubata da Schäfer. Eccitazione XL dopo mesi senza pubblico e lunghi minuti all’entrata, tra vecchie code agli ingressi (e chi ci era più abituato?) e addetti a controllare che tutti avessero il braccialetto giallo anti-Covid necessario per entrare. L’Ungheria in campo ha risposto allo stesso modo – energia tripla e aggressività – e i 61mila lo hanno riconosciuto. Alla fine, standing ovation e applausi per tutti. Dopo uno 0-3, massì.

Precedente Serie B in streaming: matrimonio con Dazn rinnovato altri 3 anni Successivo Inghilterra-Scozia, partita storica. Ma all’Europeo c’è stato un solo precedente

Lascia un commento