Il periodo buio e gli istinti, Kean in gol dopo 6 mesi: “Ho capito l’importanza del gruppo”

L’azzurro, alla prima rete stagionale, era in astinenza da aprile: “Ringrazio i compagni, sono andato in difficoltà ma loro mi sono stati vicini e mi hanno aiutato tantissimo”

Un segnale forte per Moise Kean era arrivato già al momento della lettura delle formazioni: in ballottaggio con Milik, Allegri aveva deciso di dare continuità all’azzurro offrendogli la seconda partita di fila da titolare per la prima volta in stagione, sebbene del derby col Torino a restare negli occhi della sua prestazione era stato soprattutto quel gol divorato con la porta spalancata. Negli occhi del mister era rimasto altro: “Quando all’interno della partita si capisce che gli attaccanti hanno il sopravvento sui difensori bisogna insistere su di loro. Sono stati bravi, Moise avrebbe meritato il gol”. Scusate il ritardo, il gol è arrivato. Contro l’Empoli. Il primo in stagione.

IL RITORNO AL GOL

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Aiutato dalla sua avversaria preferita, quell’Empoli a cui ha fatto tre gol in tre partite, non passa inosservato il ritorno al gol di Moise Kean per la prima volta dal 25 aprile col Sassuolo. L’ultima vittoria della Juventus lontano da Torino, l’ultima fuori casa fino al derby della settimana scorsa. Segnali che valgono come l’auspicio di un cambio di passo. Kean non è nuovo a notti così, l’anno scorso oltre al Sassuolo successe col Malmoe e soprattutto con la Roma. Il modo in cui ha segnato dopo otto minuti è il simbolo di Moise: un tocco come viene a esaltare il mix di fisicità e posizione, perché il controllo spesso è discutibile ma i movimenti lo fanno trovare molto spesso al posto giusto al momento giusto, e gli istinti da gol non si insegnano. E’ il motivo per continuare a crederci, ma non l’unico: ancora prima di segnare si era messo in partita con un paio di interventi preziosi in fase di non possesso. Gli stessi in cui Allegri deve aver visto qualcosa di buono già contro il Torino.

I MOMENTI BUI

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In mezzo, in questi sei mesi dall’ultimo gol, un’estate non qualsiasi, com’è normale che sia con Kean: il nome sempre in bilico con le possibilità di mercato dopo la deludente scorsa stagione, grandi recensioni sulle condizioni con cui si è presentato alla ripresa dei lavori e anche la palma di unico vero goleador del precampionato, buttata al vento con quell’esclusione per ragioni disciplinari nell’ultima partita con l’Atletico. Poi l’arrivo di Milik davanti a lui e in queste prime 15 partite stagionali, prima dell’ultimo paio, aveva conosciuto la maglia da titolare solo il 31 agosto con Lo Spezia: “Per me all’inizio non è stato facile, sono andato un po’ in difficoltà – ha detto Kean a Dazn dopo il 4-0 all’Empoli -, ma ho avuto i compagni che mi hanno aiutato tantissimo: mi sono sempre messo al lavoro nonostante quello che dicevano fuori e dentro, l’importante è quello che si dimostra in campo”.

IL GRUPPO

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Pretendere di interpretare chissà che da una frase o da uno sguardo sarebbe poco serio, ma Kean fa pensare a uno scatto di crescita, e di maturazione, quando aggiunge: “Il gruppo fa tanto, sono riuscito a capirlo. Mi sono stati vicino e spero di continuare così a dargli una mano”. Il campione è veramente troppo ridotto, solo due partite dopo il ritiro, ma le prime risposte sul campo sono compatibili con la possibilità che da quello stesso spogliatoio sia arrivata una spinta non solo per Kean, ma per la ripartenza della Juve tutta: “Ci siamo guardati tutti in faccia anche prima della partita, in mezzo al campo ci siamo detti che non dobbiamo mollare un metro e dare tutto per i tifosi, la maglia e tutti quanti – ha detto Kean -. Dobbiamo continuare così, anche perché stiamo lavorando sodo. Ora ogni partita dovremo proseguire su questa linea e andare avanti”. Adesso a bordo c’è anche Kean.

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