Il Papa loda il bacio alla medaglia di Guardiola: “C’è vittoria anche da sconfitti”

Bergoglio incontra Malagò e Petrucci per i 100 anni della Federbasket ed elogia Pep: “Promuovete il gioco sano tra i bambini e i ragazzi, aiutandoli a guardare in alto e non arrendersi mai”

“È importante anche arrivare secondi, ho molto apprezzato il gesto dello sportivo che nei giorni scorsi ha baciato la medaglia ricevuta”: Papa Francesco, al termine del suo discorso nell’udienza alla delegazione della Federbasket capeggiata dal presidente Gianni Petrucci, col n.1 del Coni Giovanni Malagò, non lo cita espressamente ma fa capire di aver lodato il tecnico del City, Pep Guardiola, che sabato nonostante la sconfitta nella finale di Champions ha baciato la medaglia ricevuta. “Vorrei sottolineare l’atteggiamento davanti alla sconfitta – ha spiegato il Papa -, mi hanno raccontato che non so dove, c’è stato un vincitore e uno che è arrivato 2°, quindi che non ce l’ha fatta. Quello che è arrivato 2° ha baciato la medaglia. Di solito accade che quando si arriva secondi, si è sconfitti, si è tristi e col muso lungo. Non dico che si butta la medaglia, ma che uno avrebbe voglia di farlo. Invece questo sportivo ha baciato la medaglia, davvero un gran gesto”.

Vittoria umana

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Un discorso intenso, davanti alla platea della Federbasket. “Anche nella sconfitta ci può essere una vittoria, bisogna prendere con maturità anche le sconfitte, questo ti fa crescere. Nella vita non tutto è dolce, vincere non è mai tutto, a volte si fa esperienza delle sconfitte. E quando uno sportivo sa vincere la sconfitta così, con dignità e umanità, col cuore grande, questa è una onorificenza, una vittoria umana”. Facile immaginare, a questo punto, un incontro con “quello che ha perso”, Guardiola. Sabato a Porto l’esempio del tecnico è stato seguito dalla squadra che dopo aver ricevuto la medaglia del 2° posto dal presidente Uefa Ceferin, l’ha tenuta al collo.

Gioco sano

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Nell’incontro con la Federbasket (che quest’anno compie 100 anni) il Pontefice ha detto: “Il vostro è uno sport che eleva verso il cielo perché è uno sport che guarda in alto, verso il canestro e, perciò, è una vera sfida per tutti coloro che sono abituati a vivere con lo sguardo sempre rivolto a terra – ha detto Francesco -. Vorrei che questo fosse per voi anche un nobile compito: promuovere il gioco sano tra i bambini e i ragazzi, aiutare i giovani a guardare in alto, a non arrendersi mai, a scoprire che la vita è un cammino fatto di sconfitte e di vittorie, ma che l’importante è non perdere la voglia di “giocarsi la partita”. rE aiutarli a capire che quando nella vita “non hai fatto canestro”, non hai perso per sempre. Puoi sempre scendere in campo di nuovo, puoi ancora fare squadra con gli altri e puoi tentare un altro tiro”.

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