Il no all’Atletico, la corte del Real e ora il rinnovo: Inter, Lautaro è il tuo tesoro

Il valore di mercato del Toro sfonderà i 100 milioni: con una media di un gol ogni 68 minuti…

Verso l’infinito e oltre. Lautaro come un cartone animato, come un conto in banca che sale, sale, sale, sale su, e la makumba è solo per gli avversari. È l’investimento riuscito, oltre che l’attaccante. È un calciatore ad altezza Real Madrid, giusto per tenersi in forma Champions con l’esordio di domani. Come fosse una partita di Liga, in fondo, nulla più. Il Toro è stato molto vicino al Barcellona, prima dell’esplosione della pandemia. Ha spinto l’Atletico Madrid a presentare un’offerta, un mese e mezzo fa. È stato pure sul taccuino del Real Madrid, che lo ha avvicinato a più riprese. L’Inter ha alzato il muro. Lui stesso ha detto no. Un no convinto, che per l’Inter vale un jackpot in prospettiva.

TRE OFFERTE

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Il giocatore che nel 2018 la società nerazzurra pagò 25 milioni di euro, è lo stesso per cui l’estate appena conclusa ha rifiutato ben tre proposte. Due erano arrivate a quota 90 milioni di euro – Atletico Madrid e Tottenham -, la terza più bassa era invece stata recapitata dall’Arsenal. La porta non è mai stata aperta. Al netto di scelte di mercato, se questo è accaduto è perché tutti ad Appiano sono convinti che la parabola di Lautaro sia tutt’altro che arrivata al suo punto più alto. Banalizzandola in termini di valutazione, se il trend sarà rispettato è assai facile che a fine stagione il valore di mercato sfonderà quota 100 milioni. Anche perché un particolare diventa decisivo: la società ha di fatto scongiurato il pericolo di trovarsi con un capitale in casa a 12 mesi dalla scadenza, visto l’accordo ormai raggiunto per un rinnovo fino al 2026.

STIMOLO

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Un Toro a tre cifre e a cinque stelle: viaggiamo alla media di un gol a partita quest’anno, in Serie A, una rete ogni 68 minuti. Per il lusso però serve la Champions, un torneo da protagonista, un altro sarebbe più giusto dire. Perché un anno fa spaventò Valdebebas, con un gol che illuse Antonio Conte. E perché già due stagioni fa – era il 2019-2020 – il Toro si divertì a mangiare difensori in giro per l’Europa, finendo il girone con cinque gol. Oggi Lautaro è la faccia dell’Inter che non si paralizza di fronte ad Ancelotti e ai Blancos: sarà un stimolo, non un timore reverenziale.

OBIETTIVI

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E pure una responsabilità, a dirla tutta. Lautaro è il simbolo della ripartenza Inter, oltre che della continuità. Quei gol persi per strada con Lukaku vanno cercati nei piedi e nella testa dell’argentino. Inzaghi ne ha fatto il centro di gravità permanente dei nerazzurri: toccherà anche lui prima o poi riposare, certo. Ma saranno Dzeko e Correa ad giocarsi il posto vicino a lui. Il ballottaggio per domani è aperto, la sensazione è che l’esperienza del bosniaco in chiave europea possa prevalere sulla tentazione di lanciare la coppia tutta argentina. Lautaro è l’attaccante che mette d’accordo tutti. E che in questa stagione ha un compito e un obiettivo. Il compito è smentire quanto alcuni dicono e pensano di lui, ovvero che dalla coppia Lu-La abbia più ricevuto di quanto non abbia dato. Che, in soldoni, fosse più lui a prendere da Lukaku che viceversa. È stata la stessa Inter a rispondere con i fatti, ancor prima di aspettare le risposte del campo: l’ha fatto, la società, facendo firmare al giocatore un contratto da 6 milioni netti a stagione più bonus. E poi, l’obiettivo: entrare tra le prime 16 d’Europa, un traguardo che sembra beffardo, ogni volta a portata di mano e ogni volta che scappa sul più bello. Lautaro ha voglia di prendersi con l’Inter quei palcoscenici che con altri club avrebbe vissuto in maniera naturale, quasi automatica. Il Toro ha preferito una strada meno comoda per il successo. Milano però gli è entrata nel cuore: è la città che ha vinto nascere sua figlia Nina e nella quale compagna Agustina si è integrata alla grande. Anche questo ha un peso, nella serenità del giocatore. E Inzaghi non può che approvare: in tre partite l’Inter ha segnato nove gol, la produzione offensiva non è crollata nonostante l’addio di Lukaku. Il merito è del numero 10, principalmente. Non è l’ora dei giudizi definitivi. Ma gli esami non finiscono mai: domani sera ce n’è uno chiamato Madrid, mica favole. La notizia è che Lautaro si sente molto preparato: nessuna ansia, dice lui.

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