Il Napoli sbanca San Siro. Kessie, gol annullato dal Var nel finale: proteste Milan

Nella partita dell’“emergenza” decide un gol di Elmas dopo cinque minuti. Nel finale annullato per fuorigioco di Giroud: proteste e polemiche

No, da questa partita non è uscito il nome dell’anti-Inter – troppo sfigurate dalle assenze entrambe le squadre per poter giudicare – ma quanto meno ha chiarito chi si lascia finalmente alle spalle il periodo nero e chi invece ci resta sgradevolmente appiccicato dentro: il Napoli sbanca San Siro, acciuffa proprio il Milan in classifica e torna a respirare aria pulita d’alta montagna passando in novanta minuti dal quarto al secondo posto. Il Diavolo prosegue invece le sofferenze. Nelle ultime due settimane i rossoneri hanno dato l’addio all’Europa, pareggiato a Udine e perso in casa contro una diretta concorrente per lo scudetto e per la Champions. La partita ha detto una cosa inequivocabile: nell’emergenza più profonda per tutte e due le squadre, è stato Spalletti a modellare quella più vicina all’idea di gioco originale, mentre il Milan si è snaturato affidandosi quasi esclusivamente a lanci lunghi che non fanno parte del suo bagaglio creativo. Nemmeno se davanti c’è Ibra. Il risultato spiana peraltro la strada all’Inter, che adesso corre a +4 su rossoneri e azzurri. Il Milan in questo campionato non aveva mai perso contro una big: brutto segno. Finale con polemiche feroci per un gol annullato – dopo controllo al monitor del Var – a Kessie al 90’ per un fuorigioco di Giroud (a terra). Milan furibondo.

Le scelte

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Pioli si è presentato a questa sfida con l’ennesima sgradita notizia: Hernandez, influenzato per tutta la settimana ma comunque convocato, ha sofferto un rialzo febbrile a poche ore dalla partita ed è tornato a casa. Un’altra assenza pesantissima, andata a sommarsi ai soliti noti Kjaer, Calabria, Rebic e Leao. Al posto di Theo c’è finito il suo vice Ballo-Touré, con Florenzi dall’altra parte per una linea difensiva inedita e completata da Tomori e Romagnoli. Dietro a Ibra confermate le sensazioni della vigilia: Messias, Diaz e Krunic. Anche Spalletti ha perso il suo terzino sinistro a ridosso del match: Mario Rui, che pareva migliorato, ha alzato bandiera bianca e così sulla mancina c’è andato Di Lorenzo, con Malcuit a destra. Ma la grande novità è stata il centravanti: niente Mertens, bensì Petagna, mai titolare in questo campionato. Mossa che ha pagato, soprattutto nelle fasi iniziali, con l’ex rossonero abile a usare il fisico nei duelli e bravo nelle sponde ai compagni. Ma, in generale, è stato tutto il Napoli a partire bene, molto meglio del Milan. Manovra avvolgente e orientata spesso verso i territori di destra, dove Lozano aveva un altro passo – e anche un’altra scaltrezza – rispetto a Ballo-Touré. Figura chiave, come prevedibile, quella di Zielinski, in modalità duale un po’ in appoggio a Petagna e un po’ a sporcare le zolle davanti a Kessie e Tonali. Compito particolarmente riuscito, quest’ultimo.

Tanti lanci

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Il Milan si è così ritrovato schiacciato immediatamente e il gol è stato una condanna rapida. Cinque minuti soltanto per l’angolo di Zielinski planato perfettamente sulla testa di Elmas. Coscienza sporca per Tonali (in particolare) e Ibra, che lo hanno fatto andare incontro al pallone senza seguirlo. L’ennesimo errore di piazzamento in fase difensiva per i rossoneri nell’ultimo periodo. Un Milan che si è ritrovato accartocciato su se stesso, incapace di far correre palla fra le linee come Pioli ha insegnato. E un Milan tremebondo in area, dove qualsiasi pallone vagante diventava fonte di ansia estrema. Ci ha messo un quarto d’ora il Diavolo per scrollarsi di dosso il Napoli, con Ibra che di testa in torsione fantastica ha quasi baciato il palo. A quel punto i rossoneri hanno capito come contenere gli azzurri, ma non come fargli male. Kessie ha incasellato diversi errori, Tonali faticava a trovare luce, Diaz vagava senza riuscire a farsi coinvolgere e così la palla si è inevitabilmente alzata. Tanti lanci dalla difesa, tanti cross: tutto molto prevedibile. Non un’eresia in realtà con Ibra davanti, ma nemmeno la tattica ideale se ripetuta quasi allo sfinimento senza cercare altre soluzioni. Occasioni, comunque, poche da una parte e dall’altra: siluro al volo di Florenzi fuori di poco e due muri rossoneri su Lozano in area.

Caos finale

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Nella ripresa il Milan ha cominciato come i campani a inizio gara: convinto, aggressivo, affamato. Dopo cinque minuti Ibra ha messo in evidenza gli ottimi riflessi di Ospina e i rossoneri hanno aumentato parecchio il coefficiente di coraggio con una pressione decisamente alta. Atteggiamento corretto e obbligato, con l’unica controindicazione – non da poco – di esporsi alle ripartenze campane. All’ora di gioco Pioli ha inserito Giroud e Saelemaekers per Diaz e Krunic: 4-4-2 con il francese accanto a Ibra per irrobustire l’attacco, ma gradualmente il Diavolo ha perso propulsione, offrendo il fianco al Napoli e faticando di più a entrare nell’area azzurra. Messias ha tentato senza esito lo spunto personale, Spalletti a un quarto d’ora dalla fine ha tolto Petagna per Mertens ma gli ultimi respiri del match se li è presi tutti il gol annullato a Kessie. Minuto numero 90, flipper in area azzurra col pallone che arriva all’ivoriano, comodo comodo a porta spalancata. Il Milan fa festa ma San Siro viene gelato quando Massa è richiamato dal Var e, dopo controllo monitor, annulla per fuorigioco di Giroud (che era a terra, sotto il corpo di Juan Jesus). Disperazione, proteste accanite che ovviamente non hanno cambiato il verdetto. Il Napoli si abbraccia, questo è davvero un colpaccio.

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