Se il giorno dopo la manita nel derby ci fosse stato un termometro social, Henrikh Mkhitaryan lo avrebbe arroventato fino a farlo esplodere. Non solo la somiglianza con Pippo Franco e i like dei tifosi, ma anche le celebrazioni a tutto spiano da parte dei compagni di squadra. Per farla breve è scoppiato il “Mkhitaryanismo” e il copyright appartiene direttamente al centrocampista dell’Inter, che ha rilanciato questo nuovo termine proprio in risposta all’esaltazione scoppiata sui social nei suoi confronti dopo la prestazione da capogiro nel derby contro il Milan. «Chiamatelo Mkhitaryanismo» ha scritto l’armeno sul suo profilo richiamando i commenti tra gli altri dei vari Dimarco, Bastoni, Barella, Thuram, Dumfries e Audero. Una febbre altamente contagiosa non solo per i tifosi, ma anche per gli stessi compagni, al punto che Dimarco si è lasciato andare a un «Mamma mia Michele, mi fai impazzire. Mi vuoi sposare?». A ruota Bastoni, che oltre al titolo di Mvp, gli ha attribuito anche diverse parentele come «mio padre, mio fratello, mio zio». Infine Barella l’ha definito «illegale» arrotondando il numero di aggettivi lievitati dopo l’ultima apparizione a San Siro. Sullo sfondo rimane quell’esilarante somiglianza che ha finito per lanciare in tendenza su X anche l’hashtag #PippoFranco, tra migliaia di post e meme tirati fuori per l’occasione.
Inter e Mkhitaryan, meritato riposo
Dalla sfida di mercoledì in Champions partiranno le rotazioni previste da Inzaghi in questo primo ciclo di partite ogni tre giorni, ma fino a ieri la squadra ha potuto godersi l’ennesima stracittadina vinta e il primato in classifica. Infatti, nonostante un altro imminente impegno, il tecnico ha concesso a tutti un giorno premio di riposo, viste le risposte convincenti sul campo e la necessità di staccare la spina soprattutto per i nazionali, arrivati al derby di rincorsa dopo le rispettive sfide in giro per il mondo. Da marzo 2022 Mkhitaryan invece ha detto addio alla sua Armenia, nelle ultime due settimane ha preparato al meglio l’agguato al Milan e da sabato scorso il Diavolo è diventato la sua vittima preferita in Serie A con 4 reti all’attivo in 13 partite. Dopo il derby anche un monumento come Javier Zanetti ha richiamato le sue frasi («La vittoria conta più dei gol» aveva detto il centrocampista), sottolineando sui social come «certe parole incarnino perfettamente lo spirito del gruppo nerazzurro». Secondo qualcuno Mkhitaryan a 34 anni andrebbe centellinato, ma adesso prima di toglierlo dal campo bisognerà pensarci almeno un centinaio di volte.

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