Il Milan passa a Bologna e mantiene la vetta. Ma che brividi nel finale…

I rossoneri dominano a lungo (reti di Rebic e Kessie su rigore), poi gli emiliani accorciano e mettono in difficoltà Ibra (che sbaglia dal dischetto) e compagni. Decisivo Donnarumma

Il volo riprende subito, con il primo atto del girone di ritorno, ed è benaugurante: il Milan si libera del Bologna al Dall’Ara 2-1, soffre – senz’altro più del lecito nel finale, ma dominando in precedenza – e chiude il suo fine settimana conservando il primato solitario in classifica sotto gli occhi del c.t. Mancini. Occorreva risollevarsi subito dopo le ultime due sconfitte consecutive tra campionato e Coppa Italia e così è stato, anche se gli stenti dell’ultimo quarto d’ora testimoniano come le sconfitte abbiano lasciato qualche strascico. Vanno a segno Rebic e Kessie (rigore), non Ibra: che nella settimana delle grandi polemiche sbaglia nuovamente dagli undici metri (e non solo) ma è comunque una presenza importante per dare profondità a peso alla fase offensiva. Il Bologna resta fermo in classifica e si mangia le mani: con più convinzione davanti a Donnarumma nel primo tempo, ma soprattutto nel finale, un punto avrebbe potuto portarlo a casa. Il cammino resta pesante: una sola vittoria nelle ultime undici uscite.

Leao numero 10

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Pioli ritrova fra i convocati Bennacer e presto ritroverà anche Calhanoglu, liberatosi finalmente dal Covid, ma perde nuovamente altri pezzi. Ovvero Kjaer e Brahim Diaz, con il danese rilevato dal primo minuto da Tomori, al debutto nell’undici titolare dopo il confortante spezzone nel derby di coppa. La grande novità in casa rossonera però è la posizione di Leao. Con Calha e Diaz inarruolabili, la grande domanda ruotava intorno a chi avrebbe agito al centro della trequarti. Ebbene, l’ha spuntata Rafa, con Rebic largo a sinistra. Sul fronte opposto Mihajlovic insiste ancora con Barrow centravanti, ovvero Palacio alla terza di fila in panchina. Soumaoro alla prima da titolare. I primi 45 scorrono via piacevolmente, su buoni ritmi e si accendono soprattutto negli ultimi dieci minuti, quando il Bologna mette la testa fuori dal guscio e piazza un paio di spunti che si infrangono soltanto sulla bravura di Donnarumma. Nella prima mezzora, invece, emiliani non pervenuti in fase offensiva e super lavoro per l’altro portiere, Skorupski, capace di murare il Diavolo in maniera decisiva almeno in sei occasioni. Il film del match è stato ovviamente quello che ci si attendeva: Milan con la palla fra i piedi e Bologna di rimessa, Milan appoggiato sulle sgommate di Hernandez e le sponde di Ibra, Bologna incisivo soprattutto sulla destra col tandem Tomiyasu-Orsolini. E una mediana accorta composta da Schouten e Dominguez. Leao trequartista? Assolutamente non male, per essere alla sua prima recita in quelle zone. All’inizio ha faticato a trovare gli spazi, poi se li è ritagliati con intelligenza ma soprattutto si è applicato con grande spirito di sacrificio nell’aiutare i compagni: esperimento riuscito. Gli episodi chiave: una traversa di Hernandez direttamente su punizione (smanacciata da Skorupski), il rigore procurato da Leao (fallo di Dijks), sbagliato da Ibra (di nuovo) e collocato in porta da Rebic, i due no di Donnarumma ai rossoblù (parata fantastica quella su Dominguez).

Meglio Kessie dal dischetto…

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Nella ripresa il Bologna prova ad alzare un po’ il baricentro, cosa che riesce soltanto a sprazzi ma dà comunque modo di elaborare meglio il gioco. Ecco perché l’ingenuo mani in area di Soumaoro è una secchiata d’acqua gelida. Stavolta dal dischetto va Kessie e fa centro. Due a zero e partita che pare già avviata verso i titoli di coda. Pare, appunto, perché in pratica i rossoneri si arenano dopo una magnifica azione corale che porta al tiro Calabria. Il Milan abbassa i giri, troppo. Giochicchia per trascorrere il tempo, Pioli alla mezzora butta dentro Mandzukic (largo a sinistra sulla trequarti) e una decina di minuti dalla fine l’inerzia della sfida cambia del tutto. La coscienza sporca è quella di Hernandez, che perde palla in uscita su Palacio, che innesca la controffensiva: tre passaggi e l’ex Poli accorcia le distanze. Da lì in avanti il Diavolo se la vede decisamente brutta, cosa di cui peraltro si rende perfettamente conto visto l’affanno con cui difende e spazza l’area. Prima Donnarumma vola su Soriano, poi Palacio non ci arriva di testa per un centimetro. E’ più o meno il panico, che cessa soltanto dopo i quattro minuti di recupero.

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