Il Milan e l’allarme per il ginocchio di Ibra: ecco che cosa può succedere

La terapia conservativa, che non sta funzionando come dovrebbe, proseguirà sino a fine giugno. Poi possibile supplemento di qualche settimana. Ma esiste anche un rischio intervento

Le parole del c.t. svedese Andersson hanno guastato l’inizio della spumeggiante estate rossonera. Parole piovute come macigni su Casa Milan, Milanello e tutti i tifosi. “Ho parlato con Zlatan e non è così avanti nel recupero, come avevamo capito fin dall’inizio. Ho fatto un controllo extra per vedere come sta andando, ovviamente non ci aspettavamo di poterlo convocare, ma ho controllato per sicurezza. E non è così avanti negli sviluppi della riabilitazione”. Concetti più che sufficienti per far impennare il livello di attenzione sull’argomento e indurre un supplemento di indagine. Perché Ibra è Ibra, ma non solo: dalle sue condizioni di salute dipendono anche alcune scelte di mercato.

Terapie

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Quando Andersson dichiara che Zlatan “non è così avanti nel recupero”, in realtà sostiene qualcosa di cui sono consapevoli – non da oggi – anche al Milan. Ci si muove ovviamente nel campo delle indiscrezioni, perché in termini ufficiali si è fermi al bollettino medico del 15 maggio: “In seguito al trauma distorsivo del ginocchio sinistro occorso in Juventus-Milan, secondo indicazione specialistica il giocatore sarà sottoposto a un trattamento conservativo di sei settimane”. E oltre quella nota le indiscrezioni raccontano come nell’ambiente rossonero ci sia una comprensibile preoccupazione, che le parole di Andersson hanno avuto l’effetto di scoperchiare e far deflagrare. Da quanto filtra, la terapia conservativa proseguirà comunque fino a fine giugno, come da programma. Poi si faranno ulteriori valutazioni, confidando ovviamente che lungo la seconda parte di cure la situazione rientri nei binari corretti.

Tre settimane

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Fino a fine mese, insomma, non verrà presa alcuna decisione. Semmai aleggiano le ipotesi. Ed è evidente, in termini di logica – sebbene all’interno del club nessuno abbia ancora preso concretamente in esame l’idea – che se la terapia attuale non dovesse registrare progressi, si potrebbe prendere in considerazione l’intervento chirurgico. Insomma, una percentuale di rischio c’è. Con tutto ciò che ne conseguirebbe: tempi drammaticamente dilatati e tanti punti di domanda su un giocatore che a ottobre compirà 40 anni. Ma la stretta attualità non riduce lo scenario soltanto a questa ipotesi per fortuna. Dipende appunto da come evolveranno le ultime tre settimane, alle quali potrebbero esserne aggiunte altre. Un supplemento di cure, sempre in ambito conservativo. Magari un altro paio di settimane. È un’opzione anche questa. Quel che pare sicuro, almeno dall’esito degli esami precedenti, è che non ci sarebbero lesioni ai legamenti. Ma la distorsione ne ha comunque interessato uno. Quale? Le informazioni che filtrano porterebbero a escludere il crociato, che sarebbe lo scenario più grave (in questo caso Ibra sarebbe probabilmente già stato operato). Non resta che attendere le prossime tre settimane per capirne di più e, possibilmente, scacciare tutti i fantasmi.

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