Il Milan crolla anche con la Lazio: ora sarebbe fuori dalla Champions

Una doppietta di Correa e un gol di Immobile stendono i rossoneri, che in un colpo solo vengono superati dall’Atalanta e raggiunti da Napoli e Juve

Se non funzionano più nemmeno le trasferte, allora c’è da preoccuparsi sul serio. Dopo il k.o. casalingo col Sassuolo, il Milan crolla anche a Roma contro la Lazio e in un colpo solo si vede superato al secondo posto dall’Atalanta e raggiunto da Napoli e Juve a quota 66 punti (anche se in realtà, in termini di regolamento, in attesa che si completino gli scontri diretti ora come ora i rossoneri sono addirittura quinti). Una grande ammucchiata per la Champions a cui adesso, grazie a questa vittoria, spera di poter partecipare in extremis anche la Lazio, che insegue a -5 e ha una partita in meno. Il Milan invece prosegue a complicarsi maledettamente la vita al tramonto di una stagione fantastica che gli sta sfuggendo di mano proprio sul più bello. All’Olimpico finisce 3-0 con una doppietta di Correa e sigillo finale di Immobile: per i biancocelesti è la vittoria casalinga consecutiva numero dieci, mentre per i rossoneri è soltanto la seconda sconfitta esterna di tutto il campionato. Ma fa malissimo. Nelle ultime cinque partite il Diavolo dovrà ancora fare visita a Juve e Atalanta.

Le scelte

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Inzaghi, tornato in panchina dopo essersi liberato del covid (tre partite di assenza), in mediana ha confermato Lucas Leiva e Luis Alberto, nonostante le condizioni di entrambi non fossero al meglio. La vera novità è stata l’impiego di Lulic, che si è ripreso i suoi territori a sinistra dal primo minuto al posto di Fares. In pratica è stata l’unica differenza rispetto all’undici di Napoli. Davanti confermato il tandem Immobile-Correa. Pioli ha dovuto rinunciare ancora una volta al capobranco Ibra, ma rispetto alle previsioni dei giorni precedenti ha potuto convocare e schierare dal primo minuto Hernandez (problemi a un polpaccio). Al centro della difesa ancora protagonista la coppia Kjer-Tomori (con quest’ultimo che aveva generato qualche apprensione nelle ultime ore), ovvero Romagnoli nuovamente in panchina. Con Bennacer recuperato e la trequarti confermata (Saelemaekers-Calhanoglu-Rebic), la scelta che ha spiccato maggiormente è stato il debutto dal primo minuto in campionato di Mandzukic, a distanza di 751 giorni dall’ultima da titolare in A.

Dolenti note

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Il croato tra l’altro ha iniziato in modo promettente, mandando di tacco al tiro Calhanoglu, che ha subito messo alla prova Reina. Il cronometro segnava 18 secondi e sarebbe stato un gustoso antipasto allo spettacolo pirotecnico dei primi minuti di partita. Condotto da lì in avanti a senso unico dalla Lazio, passata dopo due giri di lancetta: Bennacer ha sbagliato goffamente lo stop in mezzo al campo e Tomori non ha accorciato su Immobile, che ha servito sulla corsa Correa, bravo ad accarezzare dolcemente il pallone in rete dopo aver scartato Donnarumma. Finita qui? Per nulla. La Lazio ha insistito, consapevole di avere di fronte un Milan sotto shock, e al 5’ è stata murata soltanto da un riflesso soprannaturale di Donnarumma, che ha respinto su Immobile a colpo sicuro da pochi passi. Questa la nuda cronaca, ma per analizzarla meglio occorre qualche spiegazione in più. Per esempio lo strapotere laziale sulle fasce, soprattutto con Lazzari a destra (ma anche Lulic ha martellato abbastanza). O la gestione impeccabile di Milinkovic nel cuore del campo, dove Kessie è parso decisamente in affanno. O ancora la facilità di Correa nell’infilarsi centralmente, con un passo decisamente più agile e dinamico rispetto ai centrali rossoneri. Dolenti note, per il Diavolo, là dietro. Hernandez ha commesso errori gravi in uscita e, in generale, ha trasmesso insicurezza a tutto il reparto e anche Tomori non è stato all’altezza delle prestazioni invernali. Cosa che sta iniziando a ripetersi con allarmante frequenza. In generale, c’è stata una squadra – la Lazio – brava a mordere e a far girare palla velocemente, con tante giocate in verticale, e un’altra – il Milan – apparso scarico nella testa e nelle gambe. Mandzukic? Si è sbattuto, ma non ha goduto di grandi rifornimenti.

Tomori, che succede?

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I rossoneri sono riusciti a uscire dal guscio alla mezzora, e qui sul banco degli imputati ci è salito Calhanoglu, che ha tirato debolmente su Reina dopo aver insensatamente cincischiato in area da ottima posizione. Un potenziale gol sulla coscienza del nazionale turco. Il Milan è diventato gradualmente più convinto di se stesso, ha costretto la Lazio ad abbassarsi, ha provato a costruire azioni di prima decisamente interessanti (una, tutta al volo, ha mandato al tiro Mandzukic), ma al 43’ ha dovuto ringraziare il Var, che ha annullato un gol a Lazzari per un fuorigioco millimetrico. Var che invece a inizio ripresa non ha fatto cambiare idea a Orsato, che ha convalidato il raddoppio di Correa, armato da Luis Alberto e andato via in area a Tomori con facilità disarmante. Il Milan ha protestato per un fallo di Leiva su Calhanoglu nell’azione che ha avviato la rete laziale ma il fischietto veneto, dopo aver rivisto la dinamica, ha confermato la rete. Lo show di Correa peraltro è proseguito e non ha ulteriormente irrobustito il tabellino dei marcatori soltanto perché ci si è messo di mezzo Donnarumma. Intorno all’ora di gioco Pioli ha cambiato Mandzukic e Saelemaekers con Leao e Diaz, ma senza risultati apprezzabili (soprattutto in termini di punta centrale). Il Diavolo ha provato a rimettere sotto la Lazio senza troppa convinzione, limitandosi a scodellare qualche palla vagante in area. Mentre l’efficacia avversaria è stata sempre più evidente. Nell’ultimo spicchio di gara il protagonista è diventato Immobile: prima un palo su un pallonetto delizioso con Donnarumma in uscita, e poi un destro vincente calciato senza opposizione da parte della difesa rossonera. L’unico sussulto del Milan, sul tre a zero, è stato una traversa di Kessie allo scadere. Roba buona solo per la cronaca, non per mitigare un inquietante tracollo.

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