Il Kuwait si aggiudica una delle “10 più grandi vergogne nella storia dei Mondiali”

“In futuro tutti saranno famosi per 15 minuti”, recita una celebre massima incisa persino sulle mura del New York Museum Of Modern Art. E il futuro di Fahad Al-Ahmed Al-Jaber Al-Sabah, dirigente sportivo kuwaitiano nato il 10 agosto 1945, si è materializzato un pomeriggio del 1982. Durante la gara Francia-Kuwait, valida per il Mundial di Spagna vinto dall’Italia, il rappresentante dell’emirato è infatti clamorosamente sceso in campo in seguito ad una rete transalpina siglata da Giresse, minacciando di ritirare la squadra qualora la marcatura da lui giudicata irregolare non fosse stata annullata. L’arbitro dell’incontro, Miroslav Stupar, dopo alcuni attimi di indecisione optò per annullare il gol, poi ininfluente ai fini del risultato dato l’abbondante 4-1 con cui trionfarono i Bleus. Ma l’immagine del Kuwait venne compromessa dall’incredibile gesto, poi inserito dal Times nella top10 delle dieci più grandi vergogne nella storia dei Mondiali.

Un anno dalla strage di Piazzale Loreto: l’inaugurazione del primo monumento commemorativo

É passato esattamente un anno dalla strage di Piazzale Loreto, l’eccidio nazifascista in cui 15 partigiani vennero fucilati e i loro cadaveri esposti al pubblico in questo angolo di Milano. Il 10 agosto 1945, nel luogo esatto di quella strage, viene eretto un primo monumento commemorativo, un cippo di marmo giallo: “Quindici ostaggi innocenti cadevano vittime della ferocia nazifascista: oggi in alba di libertà ne esaltiamo il sacrificio (…). Essi sono la nostra guida nella lotta e nella speranza, essi ci esortano a procedere uniti come lo fummo nei sacrifici della dura vigilia”, un passaggio del Manifesto del Comitato per le onoranze ai Martiri di quello stesso giorno. Nell’agosto del 1960 il cippo viene sostituito dal monumento, presente a tutt’oggi, dello scultore Giannino Castiglioni: sul fronte è presente un bassorilievo di un martire sottoposto a esecuzione sull’iconografia di san Sebastiano, sul retro si leggono i nomi dei quindici caduti.

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