Il ko di La Spezia e l’impresa a Porto, ora il Monza e…: Inzaghi spera nel bis

Il tecnico è convinto che mercoledì il gruppo reagirà in una partita da dentro o fuori. Le voci sul suo futuro non lo turbano: sogna un finale in stile Lazio 1999-2000, stavolta in Europa

Sulla faccia di Simone Inzaghi sabato sera dopo la sconfitta contro il Monza era dipinta la delusione, non la rassegnazione. I fischi di San Siro lo hanno amareggiato, ma meno del risultato della squadra, un ko che considera immeritato per come si è sviluppata la gara. Solo chi non lo conosce può pensare che il tecnico di Piacenza sia “rassegnato” al suo destino, che non le proverà tutte per rimettere in piedi l’Inter traballante in versione campionato conquistando la qualificazione alla prossima Champions e provando a sorprendere tutti nelle due coppe in cui è in corsa. Non considera affatto la stagione da buttare e non sarà lui… a buttarla. Anzi, difenderà fino alla fine il suo lavoro (soprattutto quello in Europa: Spalletti e Conte, i suoi predecessori, hanno fatto peggio) inseguendo il sogno chiamato Champions senza però dimenticare che il risultato minimo per la società è il quarto posto. Ieri ad Appiano Gentile pensava già a come risistemare la squadra per mercoledì. A come ricaricare le batterie del morale in vista dell’ennesimo dentro o fuori della stagione. E’ convinto che nel quarto di ritorno contro il Benfica alla sua Inter non tremeranno le gambe dalla paura, che il gruppo reagirà come successo a Porto. Anche allora i nerazzurri erano reduci da una sconfitta inattesa, quella per 2-1 a La Spezia, e nella bolgia del Dragao riuscirono a difendere l’1-0 dell’andata. E’ sicuro che i suoi non lo tradiranno. Non stavolta. Non in un match da dentro o fuori nel quale tutti si giocano tanto. Alle voci sul suo futuro non dà peso. Sa che fanno parte… del gioco e che comunque può ancora cambiare il suo destino.

STORIA DA RIPETERE

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Inzaghi è conscio dei limiti della sua squadra nel tenere una certa costanza di rendimento tra Serie A e coppe. Lo scorso anno questi alti e bassi erano meno frequenti, forse perché l’essere in lotta per un grande traguardo come lo scudetto “obbligava” tutti a rimanere con la testa sul pezzo. In ogni gara, comprese quelle sulla carta più facili. Anche nel 2021-22 c’è stato un momento difficile, ma scaturito più dagli infortuni (ko contemporaneo di due elementi chiave come Brozovic e De Vrij in un febbraio-marzo pieno di big match) che da una flessione collettiva. Quest’anno la storia è diversa: perso contatto dalla capolista Napoli, è come se molti nello spogliatoio avessero dirottato le attenzioni sulle coppe, iniziando a pensare che la qualificazione alla Champions sarebbe arrivata… in automatico. E così ci sono stati gli scivoloni in serie contro avversarie più deboli come Empoli, Bologna, Spezia, Fiorentina e Monza. C’entrano le difficoltà di Inzaghi di tenere tutti sul pezzo? In parte sì ma, quando ha perso, la squadra lo ha fatto spesso dopo aver sbagliato una quantità incredibile di palle gol. Tradotto: ha giocato (magari non sempre in maniera brillante) e ha creato tanto. Non ha subito passivamente. I dati sulla tenuta fisica della rosa, a dispetto degli impegni ravvicinati, sono discreti. Il tutto nonostante molti giocatori con il futuro incerto (a scadenza di contratto o in prestito) non abbiano la testa libera da pensieri. Ecco perché il tecnico emiliano ritiene che sia ancora possibile raddrizzare la stagione. Iniziando da mercoledì sera quando bisogna volare in semifinale di Champions. Inzaghi da calciatore ha vinto uno scudetto in rimonta sulla Juventus: la Lazio 1999-2000 aveva 5 punti di svantaggio a 4 giornate dalla fine (in precedenza però era stata anche a -9) e trionfò all’ultimo turno. Stavolta per Simone l’obiettivo può essere ancora più ambizioso. Addirittura storico. Lui ci crede ed è convinto che tutta l’Inter lo seguirà nel doppio assalto alla Champions: la qualificazione da conquistare nelle ultime 8 giornate di Serie A e il trofeo che si assegnerà il 10 giugno a Istanbul.

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