Il giallo a Milinkovic? Un film già visto a marzo

Si discuterà a lungo se Sarri abbia fatto bene oppure no a inserire in corsa Milinkovic nella sfida contro la Salernitana, a una settimana dal derby, nonostante fosse sotto diffida, ma chi avrebbe mai potuto soltanto immaginare che qualcuno potesse prendere un giallo con il possesso della palla e lo scarico sul compagno più vicino? No, nemmeno Sarri («se parlo mi squalificano per sei mesi, non ho mai visto niente di simile in 50 anni») e lo stesso Sergej, che è sembrato una vittima predestinata davanti ad un altro degli arbitri con cui Rocchi dovrà gestire tutto il campionato: pensate che cosa ci aspetta, se questo è solo l’inizio. Dopo aver visto Valeri, che viene considerato uno dei migliori in circolazione, trascurare l’entrata di Dimarco su Bonaventura a Firenze sia dal vivo che davanti al video, determinando (in negativo) Fiorentina-Inter, ecco il giallo inventato da Manganiello, che ha tolto dal derby del 6 novembre uno dei talenti più attesi e uno degli uomini più indispensabili a Sarri e alla Lazio, già priva di Immobile.

Il fallo di Milinkovic non c’era: ecco perché l’ammonizione è ingiusta

Come ha spiegato l’ex arbitro Marelli a Dazn, non solo l’intervento di Milinkovic non era da cartellino ma nemmeno da sanzionare con la punizione: liberandosi del pallone di cui era in possesso – ha spiegato con grande precisione – il piede del giocatore era finito contro quello di Bronn, inevitabilmente per la tipologia dell’azione. Un semplice contatto di gioco, in pratica. Ecco perché qui non esistono responsabilità di Sarri, che nel momento di maggiore difficoltà della Lazio aveva inserito il suo giocatore migliore, e nemmeno di Milinkovic, che non ha commesso alcuna irregolarità ed era pronto a giocare con grande attenzione e correttezza. Che poi all’Olimpico sia andato in onda un film già visto, è sicuramente soltanto un caso in cui sfortunatamente sono rimasti coinvolti sia Rocchi (nel ruolo di designatore) che Manganiello. Già il 14 marzo scorso, infatti, il direttore di gara della sezione di Pinerolo aveva ammonito Zaccagni per simulazione nel corso di Lazio-Venezia: l’attaccante era diffidato e fu costretto a saltare il derby della giornata successiva. Esattamente come è successo ieri con Sergej: giallo inesistente dello stesso direttore di gara e addio derby.

Detto questo, la Lazio deve dare atto alla Salernitana di aver fatto un grande secondo tempo, in cui ha capovolto i valori in campo proprio come Manganiello ha capovolto le regole del buon arbitro. Un solo rimpianto per Sarri: il gol sbagliato da Vecino in avvio di ripresa, a due passi da un grandissimo Sepe. Sarebbe stato il 2-0, forse letale per i granata. Poi è calato il sipario biancoceleste e sul palcoscenico sono saliti gli uomini di Nicola, maestro del contropiede perfetto. Immaginiamo l’amarezza del presidente Lotito.


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