Il Diavolo nelle mani di Tonali, è lui il nuovo simbolo del milanismo

Tifosi al settimo cielo per il gol vittoria con la Lazio firmato da Sandro: “Non poteva che essere lui”. L’8 rossonero è il migliore per rendimento della rosa e a fine stagione è in arrivo un adeguamento contrattuale

Esattamente un anno fa (quasi: era il 26 aprile) il Milan cadeva all’Olimpico contro la Lazio di Inzaghi, che lo sfregiava tre volte. Doppietta di Correa e sigillo finale di Immobile. In quel Milan c’era un giocatore che stava concludendo un’annata complicata e frustrante, vissuta al di sotto delle attese e generatrice di incertezze in prospettiva. Pioli quella sera inserì Sandro Tonali a venti minuti dalla fine al posto di Bennacer, concedendogli uno spicchio di partita a cui seguì il secondo tempo contro il Benevento nella sfida successiva, prima di sparire definitivamente di scena nelle ultime quattro partite di campionato. Dodici mesi dopo, Tonali ha preso in mano la sua carriera e l’ha spinta verso il cielo. Decollo verticale.

Bandiera

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Sul web fra i tifosi rossoneri è un plebiscito e lo slogan si può riassumere così: “Se c’era un giocatore che all’Olimpico doveva tenerci in corsa per lo scudetto, quello era Tonali”. Oppure: “E’ giusto che quel pallone sia finito sui piedi di chi ci tiene più di tutti”. Insomma, una meritocrazia che ha radici forti nella fede milanista di Sandro e germoglia grazie al rendimento sul campo. Situazione in cui l’8 rossonero poggia su una pietra angolare incontrovertibile: nel Milan 2021-22 è lui il giocatore col rendimento più alto. Cosa che d’altra parte è certificata dalla media in pagella. Sandro a fine partita è stato la bandiera perfetta del popolo milanista perché ha toccato l’orgoglio (“In pochi credono in noi, ma siamo davanti anche se nessuno dice che siamo forti”) e i sentimenti, con quegli occhi lucidi che raccontavano le emozioni di una serata indimenticabile.

“Risarcimento”

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Tonali quest’anno si è preso il Milan, si è preso la Nazionale, si è preso il futuro. Si è preso tutto, e ci ha messo pochissimo. Il tempo di capire che, finalmente, era davvero tutto rossonero e non più un’entità divisa tra il grande sogno e il calcio di provincia. Nella storia di Sandro col Milan resterà indelebile la rinuncia a una parte – cospicua – di stipendio pur di far andare in porto il riscatto da parte del Milan col Brescia. Riscatto che, dopo la scorsa annata in chiaroscuro (più scuro che chiaro) si stava un po’ impantanando. E allora è intervenuto lui, rinunciando a 400 mila euro netti a stagione. A quel punto tutto si è incastrato nel modo giusto, ma comunque il sacrificio di Sandro verrà “risarcito”: a fine stagione è probabile un adeguamento contrattuale, anche perché in pochi mesi è lui a essere diventato il volto del Milan. Il giocatore simbolo. Fra un mese sapremo quanto avrà pesato il gol dell’Olimpico, ma intanto Sandro ha dato un senso all’ultimo mese stagionale della squadra, permettendole di liberarsi immediatamente delle scorie accumulate nel derby di coppa e lanciandola su un rettilineo finale dove il calendario – a giudicare da come il Milan si comporta con le squadre più importanti – parrebbe quasi l’ultimo dei problemi.

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