Il derby di Baschirotto: cresciuto nel Chievo, sfida il Verona con il Lecce

Il difensore giocherà domani per la prima volta nello stadio, il Bentegodi, che sognava da bambino. E a tifare per lui ci saranno almeno 50 familiari

Francesco Calvi

20 gennaio – Milano

Entrando sul campo del Bentegodi, probabilmente gli scapperà un sorriso. Ripenserà a quando da ragazzino si chiuse in cameretta, con le lacrime sul volto, credendo di aver perso il treno che portava dritto verso la Serie A. All’età di 13 anni Federico Baschirotto entra nel settore giovanile del Chievo.

La stagione va bene, il difensore gioca con continuità, sogna di affermarsi e, magari, un giorno esordire davanti ad amici e parenti. Passa un anno e arriva la batosta: arrivederci e grazie, al Chievo non c’è più posto per Fede. Sembrava la fine, è diventato un nuovo inizio. Domani (ore 15) il Lecce sarà ospite dell’Hellas per l’ultimo match del girone d’andata e Baschirotto vivrà la sua prima volta nello stadio che, quand’era piccolo, gli pareva il Bernabeu.

LA SCALATA

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Originario di Nogara, trenta chilometri a sud di Verona, Federico non era il classico fenomeno che correva con il pallone incollato al piede. A calcio era bravino, ma nulla di eccezionale. Ogni giorno, dopo scuola, saliva su un pullmino che lo portava agli allenamenti del Chievo. Due ore di strada tra andata e ritorno, mille sacrifici che alla fine sono stati ripagati. Salutati i gialloblù, è ripartito proprio dal Nogara: la voglia di rivincita gli ha dato una marcia in più, il resto è storia. Prima il Legnago e un paio di campionati in Serie D, poi la C con la Viterbese, la B con l‘Ascoli e, infine, l’exploit al fianco di Umtiti. Un campione del mondo in coppia con mister gavetta che, con due bicipiti grossi così e la faccia da bravo ragazzo, ha attirato addirittura l’attenzione di Mancini.

PUBBLICO SPECIALE

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Allo stadio, domani, saranno presenti tutti i Baschirotto. Mamma Giuliana e papà Graziano (ribattezzato “Baffo”, per via del look alla Mondonico), più i tre fratelli che oggi si prendono cura dell’azienda di famiglia. Curiosità: Fabio, il secondogenito, stavolta farà il tifo per Federico, però ha un passato da talento dell’Hellas, con cui ha debuttato in Primavera, prima di fermarsi definitivamente per un problema al legamento crociato di un ginocchio. Da Nogara, in totale, partiranno circa cinquanta persone. “Baschi” si fermerà a salutarli nel post-partita, però gli tocca rinunciare a un weekend di relax con i familiari: venerdì prossimo si gioca in casa contro la Salernitana e la squadra di Baroni tornerà subito al lavoro. Il giro sul trattore, stavolta, è rimandato.

AL LAVORO

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“Quattro gnochi ie meo de uno” è la didascalia della prima immagine postata su Instagram dall’account di @baschirottofarm. L’azienda di famiglia si occupa della coltivazione di mais, pomodori e piselli, e pure dell’allevamento di maiali e bovini. Nella foto, Federico posa insieme ai tre fratelli, con il viso sbarbato e i capelli fissati con il gel. Tirato a lucido come se si stesse preparando per un appuntamento, in realtà indossa una tuta da lavoro e stringe in mano un piccone: la foto risale al 12 aprile 2020, la domenica di quella Pasqua da festeggiare in lockdown, che Federico trascorse aggiustando… il sistema d’irrigazione dei pomodori. Di mestiere faceva già il calciatore, ma la vita di campagna non ha mai smesso di affascinarlo.

TALISMANO

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Contro il Verona, Baschirotto punta a chiudere il girone d’andata da “titolarissimo” della Serie A. È l’unico giocatore di movimento a non aver saltato neppure un minuto in questo campionato (1620’ totali) e può raggiungere il romanista Smalling (3 reti) in vetta alla classifica dei centrali-bomber. Fin qui ha realizzato due gol, decisivi, contro Atalanta e Milan al Via del Mare. In entrambe le occasioni, le telecamere di Dazn lo hanno inquadrato mentre incitava i compagni nel pre-partita. Il discorso di Baschi porta fortuna al Lecce e si candida a diventare un rito scaramantico, da ripetere rigorosamente… in diretta tv.

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