Il “derby del Portogallo”: Fonseca tenta lo scherzo al Re

Quarto incrocio del 2020: per Ronaldo 2 vittorie e 2 gol, ma il tecnico giallorosso ha sbancato Torino

Eppure, a vederli, sembra che la loro portoghesità faccia scorrere poco nelle loro vene la malinconia del “fado” o le mille identità raccontate dallo scrittore più celebre del loro Paese, Fernando Pessoa. Infatti, Paulo Fonseca e Cristiano Ronaldo sembrano essere due protagonisti del calcio soddisfatti di sé e con una personalità senza troppe sfumature. Chissà, forse il paradosso sta nel fatto che nessuno dei due è nato in terra portoghese in senso stretto. L’allenatore della Roma ha le sue radici in Mozambico, antica colonia, mentre l’attaccante della Juventus nell’isola di Madeira. Quanto basta, probabilmente, per far raccontare storie diverse rispetto a tanti altri connazionali che hanno sgranato calcio in Italia con alterne fortune, ma mai in modo banale.

Nuova fiducia

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In fondo, è quello che Fonseca pretende da se stesso. Non è un mistero che il tecnico giallorosso negli ultimi giorni sia stato raccontato in bilico, con le ombre di Allegri (soprattutto) e Ragnick che si sono allungate sulla sua panchina. Certo, l’esordio di Verona non è stato brillante, così come il rapporto col suo giocatore più importante, il capitano Edin Dzeko, non è al massimo storico, ma probabilmente pensare ad un esonero è esercizio prematuro, nonostante i bookmaker si siano già sbizzarriti a dare quote in merito. In ogni caso, Roma è citta di passioni estreme, e così ieri è intervenuto lo stesso amministratore delegato, Guido Fienga, a esporre il punto di vista della dirigenza sull’argomento: “Fonseca non è mai stato e non è un tema aperto per la società. Fonseca è il nostro allenatore, con lui abbiamo fatto partire un progetto lo scorso anno. Un progetto che prevedeva una squadra giovane con un tecnico giovane con molte qualità e che doveva imparare il nostro campionato. Oggi partiamo con un anno di esperienza in più. Non capiamo perché ci sia già questa discussione. Non è e non è stato mai un argomento aperto”. Parole apparentemente ultimative, anche se vedrete che, in caso di sconfitta domani contro la Juve, potrebbero tornare a essere messe in discussione da tanti.

Tripla sfida

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Eppure Fonseca contro i bianconeri – nelle tre sfide giocate in questo 2020 – oltre ad un paio di amarezze, ha accumulato anche una piccola gioia. È stato il primo allenatore della Roma a vincere allo Juventus Stadium. Tutti gli altri (se si eccettua Alberto De Rossi con la Primavera) hanno sempre perso. Certo, il successo (1-3) è arrivato il primo agosto scorso, con i bianconeri già campioni d’Italia e perciò con tanti giovani in squadra, ma le vittorie – soprattutto contro un avversario del genere – sono tutte belle e tutte da ricordare. Quel giorno, però, Cristiano Ronaldo era stato risparmiato, così da rendere il suo duello strettamente privato nei confronti di Fonseca ancora immacolato. Infatti, nelle due sfide precedenti a quella agostana, la Juventus ha sempre vinto: 1-2 a all’Olimpico all’andata di campionato e 3-1 a Torino nei quarti di Coppa Italia. Entrambe le sfide si sono giocate a gennaio ed in entrambe le partite l’attaccante bianconero è andato in gol. Un dato più che sufficiente per far pensare che anche domani sarà lui il pericolo pubblico numero uno per i giallorossi.

Glorie patrie

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Una cosa è certa: in Portogallo la loro sfida sarà seguita con attenzione, perché entrambi rappresentano glorie patrie. È ovvio che Cristiano Ronaldo – dall’alto dei 5 Palloni d’Oro, dei 101 gol in nazionale in 126 partite e dell’infinità di trofei che ha vinto – fra cui l’Europeo – è un totem solitario, ma nel suo piccolo anche Fonseca ha lasciato segni non banali nel suo Paese. Non tanto quando ha guidato una corazzata come il Porto – con cui peraltro ha vinto il suo primo trofeo da allenatore nel 2013 prima però di essere esonerato nel marzo 2014 – quanto per il calcio che ha fatto vedere allenando Paços de Ferreira e Braga, squadra, quest’ultima, con la quale ha alzato una Coppa del Portogallo. Certo, visto che lo stesso Fonseca ha detto di Ronaldo: “È al di sopra di qualsiasi altro portoghese, meglio di Eusebio”, è presto per immaginare una statua in suo onore in Mozambico come quella che hanno fatto a Cristiano a Madeira, ma abbastanza per accendere i riflettori sulla sfida dell’Olimpico. Chissà, forse un giorno anche Fonseca, in una Roma liberata dai problemi economici, potrà orientare compiutamente il mercato sulle proprie idee come riesce a fare l’attaccante, dal punto di vista tattico, per ciò che concerne i partner ideali che devono stargli al fianco, ma al momento tutto ciò non sembra di attualità. Eppure, occhio alle sorprese. Pur in ruoli diversi, quello tra Fonseca e Cristiano Ronaldo sembra essere l’eterna riproposizione della sfida tra Davide e Golia. E come è andata a finire lo sanno tutti.

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