Il curioso caso dello 0-0: frequente negli anni ’80, molto raro oggi. Il motivo

Il risultato a reti bianche contraddistingueva i campionati di Serie A fino a una trentina d’anni fa, oggi è al lumicino. I motivi sono diversi

Lo 0-0 in Serie A

Lo zero a zero. Agli albori del calcio era considerato “il risultato perfetto”, simbolo di due squadre forti in grado di annullarsi reciprocamente. Eppure ormai il risultato a reti bianche è divenuto un caso rarissimo, e il fatto che nelle ultime 126 gare della massima serie si sia verificato solo 6 volte ne è una dimostrazione più che concreta. Un caso interessante e degno di approfondimento. Perché in Italia si segna con questa facilità, da qualche anno a questa parte? I motivi sono molteplici. CONTINUA→

Gli anni ’80: 16 squadre e il punticino “che muove la classifica”

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Negli anni ’80 il pari a reti bianche prolifera in maniera incontrollata. Le difese italiane, del resto, sono ancora tra le più forti al mondo e per portare via la vittoria anche nei campi più complicati bisogna farsi in quattro. Da ricordare che il successo vale due punti, non tre.E che la Serie A si compone di 16 squadre, di cui 3 retrocesse a fine anno. Ecco perchè il punto non si disdegna mai: può muovere la classifica e condurre alla salvezza.

Nel 1980-81 si contano 44 pari per 0-0, più del 18% del totale delle gare. Il Brescia, su 30 partite, ne pareggia 17. E si salva. Nel 1982-83 il trend raggiunge la sua forma più esasperata. Sono 47 le partite totali che finiscono 0-0: una su cinque, in pratica, non vede gol segnati. E c’è chi col pari va a nozze: l’Udinese, su 30 partite, ne pareggia 20. E sfiora la zona Europa.

Tutto il decennio è solcato dall’abbondare degli 0-0; poi, nel 1988, un primo cambiamento. Le squadre di Serie A da 16 diventano 18 e le retrocessioni non sono più 3, ma 4. Per salvarsi, adesso, bisogna vincere: l’aumento delle retrocessioni fa paura alle squadre di medio-bassa classifica che non possono più permettersi di pareggiare una gara su due. Il canto del cigno dello 0-0 arriva proprio nel 1988-89: 58 pari a reti bianche, pari al 18,5 % del totale dei risultati. CONTINUA→

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Gli anni ’90: la vittoria vale tre punti

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Nel decennio d’oro del calcio italiano non c’è più il tempo per accomodarsi sullo 0-0. Dal 1991-92 in poi il numero di pari senza gol scende sistematicamente sotto quota 40. Nel 1992-93 si arriva addirittura a 27 sole partite, pari a meno del 10% dei risultati totali. Un ulteriore fattore che non incentiva più il pareggio arriva nel 1994-95: la vittoria ora vale tre punti, non più due.

Cosa significa? Che le grandi squadre, se vogliono vincere lo Scudetto, non possono più accontentarsi del pari strappato in trasferta nei campi di provincia. Ma devono provare a vincere ovunque. Lo sa bene la Juventus, che nella prima annata coi tre punti pareggia soltanto 4 partite su 34 e stravince il campionato.

Lo 0-0 si trasforma ufficialmente: da regola diviene eccezione. La Serie A fra il 1997 e il 2000 conosce tre vincitori diversi, ma un curiosissimo unicum in termini di pari senza reti: per tre annate consecutive lo 0-0 si verifica esattamente 29 volte, pari al 9,48 % dei risultati totali. CONTINUA→

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Gli anni 2000: più siamo, meno retrocediamo

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I tre punti a vittoria sembravano aver definitivamente sconfitto l’idea del pareggio come convenzione. Ma un ulteriore cambiamento caratterizza la Serie A a partire dal 2004-05: le squadre passano da 18 a 20, e le retrocessioni, invece di aumentare proporzionalmente, diminuiscono. Si passa da 4 a 3 retrocessioni.

Sono gli anni della consacrazione delle pay-TV e del calcio come industria: la Serie A accoglie più realtà possibili per dare visibilità a tutti e massimizzare i ricavi. La qualità del campionato però ne risentirà, vista la penuria di trofei vinti dalle nostre italiane in Europa negli ultimi 15 anni. I pareggi restano pochi e confinati a percentuali quasi extra-parlamentari: nel 2008-09 si tocca il minimo storico degli 0-0, soltanto 17 (pari al 4,47 % dei risultati totali). CONTINUA→

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Questione di VAR

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L’ultimo grande cambiamento del nostro calcio. Il VAR, che suscita ancora polemiche su polemiche, sbarca in Serie A a partire dalla stagione 2017-18. Quali sono le conseguenze della tecnologia che aiuta gli arbitri: ad esempio, si concedono molti più rigori, anche per via del cambiamento nel regolamento che penalizza tutte le forme di fallo di mano in area.

I pareggi, di conseguenza, si riducono al lumicino. Dopo un aumento nel 2018-19 (34), si ritorna a numeri assai contenuti. Lo 0-0 esce 21 volte nel 2019-20, soltanto 19 l’anno successivo fino ai 22 pari a reti bianche della scorsa stagione. Dopo i primi 29 turni gli 0-0 stagionali sono “solo” 17.

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