Il calcio di De Zerbi e il lato romantico

Che nel giorno del suo primo e fragoroso successo in Premier League, 4 a 1 sul Chelsea più celebre e più ricco, Roberto De Zerbi, un bresciano che s’innamora delle sue squadre, parli dello Shakthar con autentica nostalgia («Io avevo una grande squadra e Putin me l’ha portata via») dedicando a quegli uomini brutalmente violentati dall’invasione dell’Ucraina la sua impresa, non deve affatto meravigliare. Perché l’uomo, prima del tecnico di grande valore, è capace di questi slanci che ne certificano lo splendido rapporto con gli uomini e le città incontrate lungo la sua carriera. Averlo realizzato poi, alla guida del Brighton, al cospetto di Potter, l’ex manager partito all’improvviso per Stamford Bridge, è stato per i tifosi dell’Amex Stadium motivo di grande soddisfazione.

Il Brighton di De Zerbi travolge il Chelsea!

A uno come De Zerbi bisogna concedere il necessario apprendistato, il tempo sufficiente per entrare in sintonia con il nuovo team, introducendo la sua seduttiva idea di calcio. Nei primi giorni della nuova avventura aveva lasciato il disegno originale per poi lentamente trasformarlo nel recentissimo 4-2-3-1. Adesso i suoi tifosi cantano e rilanciano il suo nome eppure l’inizio non è stato agevole: appena due pareggi e qualche sconfitta di troppo, risultati però incapaci di far crollare la fede nel suo lavoro e soprattutto nelle sue idee controcorrente. Ma quello che agli occhi di uno stagionato cronista colpisce di questo tecnico, che nel calcio italiano ha avuto soltanto il Sassuolo come opportunità professionale in Serie A dopo la ridotta parentesi col Benevento, è il suo profondo legame con le esperienze professionali precedenti. A chi ieri gli ha spedito i complimenti per la grande prova di calcio geometrico e spettacolare off erta contro il Chelsea, così da ricordargli il Foggia di qualche anno prima che sfiorò la promozione in serie B (playoff persi con il Pisa di Gattuso), De Zerbi ha risposto con un messaggio che è un massaggio al cuore. Ha scritto Roberto: «Il Foggia è stata la squadra più bella che ho avuto fino ad oggi». E badate bene, non si è trattato di una squadra che ha vinto Champions o scudetto, ma di uno strepitoso feeling con la città, lo stadio e i suoi tifosi, conquistati da quel calcio che adesso cominciano ad ammirare anche in Inghilterra. E se alla fine riannodiamo questa dichiarazione d’amore datata alla la dedica più attuale riservata ai suoi ragazzi ucraini, beh è possibile trarre una sola strepitosa morale: il calcio, per fortuna, è ancora capace di coltivare grandi e romantici slanci.

De Zerbi: "Avevo una grande squadra, Putin me l'ha portata via"

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De Zerbi: “Avevo una grande squadra, Putin me l’ha portata via”

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