Il calcio chiede aiuto al governo. Gravina: “Il calcio può trascinare la ripresa”

Le richieste all’esecutivo: apertura al 100% degli stadi, scarichi fiscali, credito d’imposta dilazionamento dell’Irpef. Anche la Lega Calcio sostiene le istanze del comparto calcio

Il calcio lancia un grido d’allarme e chiede aiuto al governo. A poco meno di un mese dall’inizio dei campionati italiani, al momento restano molte, troppe le incognite a cui è necessario dar risposta, una tra tutte riguarda gli stadi. Preoccupate le società sportive, che non sanno nemmeno se poter far partire gli abbonamenti, dando così respiro alle casse societarie.

IL DOCUMENTO

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La richiesta di aiuto arriva con un documento ufficiale che la Figc ha inviato oggi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché al sottosegretario allo Sport, nel quale vengono analizzati nel dettaglio potenzialità e criticità di uno dei settori produttivi più rilevanti del Paese. Le ripercussioni economiche generate dalla pandemia e le misure di contenimento a cui si sono sottoposti tutti i club in ogni categoria sono diventate ormai insostenibili, mettendo a rischio la sopravvivenza dell’intero mondo calcio. La crisi di un settore che, come dimostrato nel documento inviato, si ripercuote anche sulla ripresa economica generale dell’Italia.

GRAVINA

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Grande la preoccupazione del presidente della Figc, Gabriele Gravina: “Siamo ad un bivio, dobbiamo agire velocemente per impedire che la crisi del calcio professionistico obblighi i club al blocco dell’attività, mettendo così in ginocchio tutto il comparto sportivo e l’intero sistema Paese. Non abbiamo chiesto ristori al governo, piuttosto di riconoscerci l’importanza socio-economica che il calcio ha attraverso l’adozione di alcune misure urgenti per risollevare le Società dalla crisi generata dal Covid. Il calcio può avere un ruolo determinante per la ripresa complessiva dell’Italia”.

LE RICHIESTE

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I risultati ottenuti finora dalla Figc, grazie al dialogo con il governo, rischiano di essere vanificati senza interventi più strutturali a livello legislativo e un’adeguata programmazione per la stagione alle porte. Oltre all’apertura al 100% degli stadi per i possessori del “green pass” o le “sedute alternate a scacchiera” con il distanziamento sociale di un metro, la Figc ha proposto vari provvedimenti per un’effettiva ripresa del settore. Tra i punti principali presentati nel documento: la richiesta di aiuti concreti per i club, con scarichi fiscali, il credito d’imposta e il dilazionamento dell’Irpef ma anche il ripristino delle sponsorizzazioni e della pubblicità. Inoltre è fondamentale la creazione del “fondo salva calcio” attraverso la destinazione, sino al 30 giugno 2023, della quota dell’1% sul totale della raccolta da scommesse relative a eventi sportivi di ogni genere effettuate in qualsiasi modo ad un fondo gestito dalla Figc. Fondo destinato a misure di sostegno e di ripresa del calcio nazionale professionistico e dilettantistico, della Divisione Calcio Femminile e del Settore Giovanile e Scolastico. La proposta sarà vagliata dal governo e si spera che le Istituzioni possano raccogliere questo grido d’allarme, portando un raggio di sole sul futuro del calcio.

Le richieste della Federazione hanno trovato sponda anche nella Lega Calcio. Il presidente Dal Pino, altermine del Consiglio di oggi, ha ribadito che “anche da parte dei club il dialogo e il confronto con le Istituzioni prosegue con l’obiettivo di modificare il decreto 105/2021, laddove prevede il 50% della capienza e comunque un distanziamento di almeno un metro negli stadi all’aperto”. “Nei colloqui con le Istituzioni – ha aggiunto il numero 1 dell’organismo dei club – abbiamo evidenziato come la crisi prodotta dall’emergenza sanitaria e le misure restrittive conseguenti abbiano generato una rilevante crisi di liquidità nel calcio professionistico, mettendo in ginocchio un settore che può invece contribuire molto al rilancio del Paese da un punto di vista economico e sociale”.

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