Il baby prodigio è cresciuto Iago e Toro, gol da record

26 novembre 2016 – Milano

Iago Falque, 26 anni. Ansa

Iago Falque, 26 anni. Ansa

Lo fermi chi può. Il carrarmato granata schiaccia anche il Chievo e aggancia al quarto posto Lazio e Atalanta (con una partita in meno, ndr), là dove si sente profumo di grande Europa. Belotti? Ljajic? Macchè. Quando la nuova coppia di Sinisa Mihajlovic va in bianco a colpire i veronesi è la terza delle tre corna granata, quello Iago Falque già alla settima rete stagionale.
davanti a tutti — Che il gol sia pratica abituale in casa granata lo dicono i numeri: con le due reti di questa sera il Torino sale infatti a quota 31 centri in campionato in 14 partite, oltre due di media ad incontro. Una statistica che, aspettando i match di domani, incorona la banda Mihajlovic quale miglior attacco del campionato a +1 sulla Roma. Dieci Belotti, sette Iago Falque, cinque Ljajic: il tesoro realizzativo sta, manco a dirlo, in quel tridente a cui la squadra si è affidata per sedersi al tavolo dei grandi. Il Toro chiude così in bellezza un novembre immacolato da tre vittorie su tre: un en plein che suona come un avviso alle habitueé d’alta classifica.

PERCORSO — Molto di tutto ciò i granata lo devono proprio a Iago Falque, che non aveva mai segnato così tanto in carriera. Con le due reti di oggi lo spagnolo ha battuto tutti i suoi record nelle prime 14 giornate di campionato (e in questa stagione ha già saltato 3 gare). E con il Genoa, nella sua prima stagione in Serie A, Iago aveva segnato appena un gol (in un 4-2 all’Udinese) nelle prime 14 di campionato. Si era ripreso alla grande con uno splendido girone di ritorno, che lo fece chiudere a 13 centri. Quest’anno, però, sembra in grado di battere il suo primato. Lui, uomo che a 26 anni è già passato per Real Madrid, Barcellona, Juve, Roma, Tottenham e Villareal, trovò una grande stagione proprio con la maglia del sottomarino giallo (la squadra B), quando firmò 11 reti nella Segunda Division spagnola. In quell’anno (2010-11) era già arrivato a 4 in 14 giornate e aveva anche segnato al Barça B di Tello e Montoya.
SCORE — E l’uomo che – quando era un ragazzino – venne ignorato sia dal Barcellona di Rijkaard che dalla squadra B di Luis Enrique, si avvicinò al bottino di quest’anno nel 2008-09, quando vestiva la casacca della Juve (campionato Primavera). Cinque gol nelle prime 14 giornate (di cui ne saltò 4) e una tripletta al Grosseto. In quella stagione realizzò 10 gol in regular season e due nelle fasi finali, in una Juve che si inchinò al Palermo (poi campione d’Italia) nei quarti di finale scudetto. Quello che è sicuro, è che rispetto allo scorso anno si è capovolto il mondo di Iago. Lo spagnolo arrivava dalla sua peggior stagione a livello realizzativo, quella con la Roma. Anche all’Almeria (2012-13) segnò due gol, ma giocò meno partite (18 contro 22). Ora, invece, è il bomber tascabile di un Toro che è in piena zona Europa e strizza l’occhio alla Champions.

 Giuseppe Di Giovanni 

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