Icardi, Maldini, Storari e… Se l’ultrà contesta “l’eroe”

Dall’altare alla polvere. Dall’esaltazione massima, all’insulto, la contestazione. Il rapporto tra giocatori ed ultrà non conosce mezze misure e passare dall’amore, quasi idolatria, alla ripugnanza è un attimo. Basta un gesto, un errore o un messaggio equivocato perché tutto cambi in un attimo. Per sempre, come sembra proprio nel caso di Icardi.

“via la fascia” — Il caso più simile a quello dell’argentino è molto recente: è il 18 settembre, quando, al Sant’Elia, durante Cagliari-Atalanta, il gruppo ultrà degli Sconvolts cagliaritani diffonde in curva un volantino in cui accusa il portiere Marco Storari. “Quel mercenario non deve mai più scendere in campo da capitano”. Detto, fatto: dalla successiva partita in casa, contro la Sampdoria, la fascia rossoblù passa sul braccio di Marco Sau. “Gara troppo importante per farsi condizionare da queste cose”, spiega l’allenatore Rastelli. Sulla stessa falsariga anche il caso di Danilo, a Udine: il difensore brasiliano rivolge agli ultrà un gestaccio durante la contestazione nel match contro la Roma, loro chiedono alla società di non eleggerlo “erede” di Di Natale come capitano. In questo caso, però, la ripugnanza non ha effetto: Danilo resta il capitano dell’Udinese.

san siro bollente — Se Sparta piange, Atene non ride: sull’altra sponda di Milano, infatti, la contestazione più dura resta quella a Paolo Maldini. Il 24 maggio 2009 il capitano del Milan saluta San Siro prima di appendere ufficialmente le scarpette al chiodo, ma la Curva Sud gli rovina la festa. “Grazie capitano: sul campo un campione infinito ma hai mancato di rispetto a chi ti ha arricchito” e “Per i tuoi 25 anni di gloriosa carriera sentiti ringraziamenti da chi hai definito mercenari e pezzenti” alcuni degli striscioni esposti dagli ultrà rossoneri, cui Maldini replicherà: “Sono orgoglioso di non essere uno di loro”. Non si ricorda ormai neanche più, invece, quando ha avuto inizio la “guerra” dei tifosi del Milan contro Adriano Galliani. Tanto che ormai, neanche lo stesso amministratore delegato rossonero ci fa più caso.
oltre la contestazione — La rabbia, però, non sempre è rimasta soltanto scritta o urlata. Qualche volta si è anche trasceso. Come nel caso, last but not least, del portiere del Livorno Carlo Pinsoglio: nell’ultima giornata dello scorso campionato di B, una sua papera fa retrocedere la squadra toscana e il portiere viene aggredito dopo la partita. “Mi hanno sferrato un pugno in faccia”, denuncerà. Stesso destino toccato a Jonathan Zebina, alla Juventus, nel 2010. Ma, alla fine, l’avranno sempre vinta gli ultrà: entrambi lasceranno al più presto la squadra.

 Gasport 

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