Icardi-Bacca, le certezze milanesi dopo un’estate caldissima

Il Naviglio unisce i talenti che esultano sotto la Madonnina. Mani alle orecchie uno, dita al cielo l’altro. Uniti dai gol, Mauro Icardi e Carlos Bacca: simboli sudamericani della revoluciòn milanese. E uniti da un’estate caldissima, all’ombra di un calciomercato che li ha scottati, ma non bruciati. Oggi, ad autunno ormai avviato, rispondono così, con undici gol in due, in appena cinque giornate. E ogni pensiero vola via, lontano dalle smorfie che furono di Inter e Milan.

Montella ci ha pensato, ma si è subito ricreduto. Bacca fuori? Una volta può bastare, ma poi che differenza averlo in campo da subito. Lapadula ha fatto la sua figura, ok, a cambiarla contro la Sampdoria è stato però il colombiano (dalla panchina), poi più che decisivo contro la Lazio. Lezione: gli atteggiamenti si possono cambiare, il talento no. E i cinque gol parlano chiaro: il Milan non può farne a meno. Se Niang e Suso fanno sorridere i rossoneri, Bacca è il viatico per l’Europa. Don’t touch my Carlos.

E poi c’è de Boer, che da questo Icardi non può davvero prescindere. Da abulico a trascinatore, l’argentino: quello che i nerazzurri sognavano da tempo. Via la pigrizia  (non i colpi, quelli li ha sempre avuti) manciniana, dentro una voglia che spaccherebbe anche la Juventus. E lo ha fatto, da capitano, per poi bissare lo strapotere contro l’Empoli. Questo è il Maurito che tutti aspettavano, e che ora fa una paura matta. Il Napoli lo ha cercato non per nulla, ma lui ha preferito l’Inter e i soldi di un nuovo contratto. Sei gol in cinque partite, il suo gracias.

Icardi-Bacca sono la solita, nuova sinfonia meneghina. Separati da un Naviglio, uniti da una storica insofferenza. Che si sta trasformando, giornata dopo giornata, in spirito e garra. E in gol, la vera essenza del loro essere. Inter e Milan possono annuire, sperando in quella continuità di squadra che nelle ultime stagione è mancata. E che passa, inevitabilmente, dalle due stelle sudamericane. Gol e revoluciòn milanese.

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