Ibra, lo show è ovunque: la nazionale pronta a riaccoglierlo dopo 5 anni

Dalla Svezia confermano le indiscrezioni delle scorse settimane: il c.t. Andersson avrebbe intenzione di convocarlo per gli impegni di fine marzo. Adduttore permettendo…

Per la piega che avevano preso le cose negli ultimi mesi, per le dichiarazioni dei diretti interessati, per la volontà di ricucire uno strappo doloroso per un’intera nazione, forse non c’è poi così tanto da stupirsi. Ma la notizia comunque resta: Ibrahimovic parrebbe proprio destinato a tornare in quella nazionale che aveva lasciato dopo grandi polemiche e turbolenze assortite. È questo il tam tam che arriva forte nelle ultime ore dalla Svezia, per esempio (ma non solo) da FotbollDirekt. E che porterebbe alla convocazione di Zlatan da parte del c.t. Andersson per le tre partite di fine marzo. Due di qualificazione mondiale (Georgia il 25, Kosovo il 28) e un’amichevole (Estonia il 31).

Quante polemiche

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Ovviamente molto dipenderà dalle condizioni fisiche di Ibra, fermo per una lesione all’adduttore della coscia sinistra (dovrebbe averne ancora per 10-15 giorni). Ma, se non sarà stavolta, sarà per l’Europeo vero e proprio. L’intenzione di Andersson è quella di inserirlo nella lista dei 23 per il torneo continentale e insomma, mettere in rosa un giocatore di 39 anni è una scelta non convenzionale. Ma d’altra parte è Zlatan stesso a esserlo, da sempre, anche quando lasciò le maglie gialle svedesi a giugno del 2016. Dopo di che Z non aveva mai risparmiato critiche, veleni e bordate dirette – anche – al commissario tecnico. “Appena sbaglio mi attaccano, con altri non succede. Non mi chiamo Andersson o Svensson, per questo i media svedesi ce l’hanno con me”, aveva per esempio detto Ibra più volte.

Porta aperta

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Insomma, pareva un rapporto impossibile da ricucire. E invece. Invece Andersson ha deciso di spendersi in prima persona per capire i margini di manovra, e per “prima persona” si intende un blitz milanese lo scorso novembre, assieme al segretario della federcalcio svedese Sjöstrand. In modo da confrontarsi faccia a faccia con il giocatore. Prima di Capodanno il c.t. aveva dichiarato: “Ci siamo incontrati e chiariti, mi ha detto di non avermi mai dato del razzista. Se Zlatan apre la porta, dobbiamo parlare”. Evidentemente quelle basi di dialogo si sono rivelate solide, tanto da dare vita a una seconda luna di miele a quasi 40 anni. Ma in fondo è tutto nella norma per uno che si ispira a Benjamin Button.

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