Ibra fa 400: “Più fischiano e più mi sento vivo. Scudetto? Ci crediamo”

Zlatan tocca le 400 reti nei campionati in carriera e le 150 in A. La punizione vincente viaggiava a 101 km/h: “Normalmente vanno a 200. Mi sa che con l’età tiro più piano”

L’ha vinta a modo suo. E i modi suoi non sono quasi mai modi normali. L’ha vinta di potenza, con personalità e prendendo forza dalle centomila sfide nella sfida di cui Ibrahimovic si alimenta lungo le partite. D’altra parte il clima era già bello piccante prima del match, quando Zlatan aveva detto a Dazn: “Ci sono 50.000 persone e mi sento vivo, speriamo che mi fischino perché così mi sento più vivo”. L’Olimpico ovviamente non si è fatto pregare perché i fischi sono perenni compagni di viaggio per i personaggi come Z. Se lo scopo è innervosirlo, però, occorre cambiare strategia perché lo svedese a 40 anni ormai sa anche come gestire queste situazioni. O almeno, ce la fa quasi sempre. Stavolta dopo il gol si è rivolto ad ampi gesti verso le tribune. Come a dire: fischiatemi pure, proseguite a farlo, intanto ho fatto gol. L’Olimpico, diciamo così, non l’ha presa benissimo. E nemmeno Maresca. Dopo il giallo mostrato dall’arbitro, il pubblico romanista ci è andato giù pesante ed è saltato fuori anche il tristissimo coro su Ibra “zingaro”, con cui Zlatan ha suo malgrado imparato a convivere da tempo in alcuni stadi italiani.

Omaggio a Kessie

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Siamo partiti da qua, dalla partita nella partita, per raccontare lo Zlatan ritrovato. Perché di questo si tratta: Pioli e il Milan hanno ritrovato il capobranco dopo un noioso elenco di guai fisici che fino a questo momento lo avevano costretto al precariato. A comparsate in corso d’opera o, peggio, improbabili recite da titolare senza avere una condizione accettabile nelle gambe. E’ stato un Ibra-show, come spesso gli accade. Il gol, un altro annullato per fuorigioco, il rigore procurato e gentilmente omaggiato a Kessie. Toccando, con questa rete, altre vette statistiche notevoli come il gol numero 400 messo a segno nei vari campionati nazionali frequentati in carriera, il numero 150 in Serie A e il numero 11 alla Roma, suo bersaglio preferito in A. La punizione che nel primo tempo ha trafitto Rui Patricio è stata fotografata dal velox a 101 chilometri orari.

Sorprese

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E lui nel dopogara se la ride: “E’ poco, normalmente vanno a 200. Mi sa che con l’età tiro più piano. Su punizione non ne segno tanti, ma mi piace fare le sorprese. Bisogna sempre provare, il fallimento è parte del successo e allora si continua a provare. I fischi? Mi servono, mi sento vivo. Più fischiano e più sono vivo. Dopo tanti anni mi emoziono ancora, l’adrenalina è parte di tutto. Abbiamo dimostrato di saper anche soffrire e chi è rimasto in campo ha fatto una grande partita. Lo scudetto? Ci proviamo, noi ci crediamo. Finora abbiamo fatto bene ma il campionato è lungo e serve continuità. E’ ancora presto, una partita alla volta”.

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