Ibra e Messias, la strana coppia. Zlatan: “Ora tocca al mio rinnovo”. Junior: “Al Milan per merito”

Lo svedese: “Come si fa a cambiare così in soli due anni? Ibra ti porta magia”. Il brasiliano: “È passato il tempo di parlare di favole e di cosa facevo una volta. Adesso bisogna parlare di cosa faccio ora in campo”

Marco Pasotto

2 dicembre – Milano

Potrà sembrare strano, ma punti di contatto ce ne sono diversi, e di diverso genere. Per esempio una giovinezza non proprio agevole, ma anche la ricerca del numero in campo e, perché no, un’anagrafe che non li dipinge esattamente come due ragazzini. Ibrahimovic e Messias, la strana coppia. Il Milan che si rimette in marcia con vista scudetto stavolta lo fa con due dei suoi giocatori più “stagionati”. Insieme fanno 70 anni e siamo certi che ai piani alti di Elliott non storceranno troppo il naso, anche se la filosofia di base va nella direzione opposta.

Favola? Sì, ma ora basta…

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Zlatan e Junior a Genova hanno tirato fuori il Milan dalle sabbie mobili di un periodo balordo e pericoloso, dove occorreva concretezza e fame per rimettersi in carreggiata. Ecco un altro punto di contatto: parliamo di due qualità che non mancano a entrambi. Sì, è la strana coppia perché nell’immaginario dei tifosi ci sono i colpi di Ibra, le invenzioni di Diaz e le scorribande di Leao. Ma era oggettivamente complicato, anche solo fino a un paio di settimane fa, immaginare una partita risolta da Ibra e Messias con il brasiliano a timbrare il tabellino più dello svedese.

La favola di Junior continua ed è bello pensare che sia soltanto all’inizio. Pensate agli ultimi otto giorni vissuti da Messias: gol all’Atletico al debutto in Champions e doppietta a Genova al debutto da titolare. Prima di lui, l’ultimo brasiliano del Milan a firmare almeno due gol in una trasferta di campionato era stato Ronaldinho nel 2010.

Ma lui ha le idee molto chiare su se stesso e tutto ciò che gli sta succedendo: “Ogni giocatore fa storia a sé. Sono al Milan perché me lo sono meritato, è passato il tempo di parlare di favole e di cosa facevo una volta”, dice con una punta di fastidio. “Adesso bisogna parlare di cosa faccio ora. Purtroppo sono arrivato al Milan un po’ in ritardo di condizione, l’infortunio magari era arrivato anche per questo. Sono arrivato qua che pochi mi volevano, ma col lavoro ho dimostrato che posso starci”.

Agganciato Pippo

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Messias a fine stagione dovrà convincere il Milan a credere in lui, perché il club rossonero vanta un diritto di riscatto con il Crotone. E in fondo è un altro punto di contatto con Ibra, che a 40 anni insegue un ulteriore rinnovo perché si sente bene, vuole andare in Qatar – spareggi permettendo ovviamente – e, a giudicare da quanto si sta osservando lungo questa stagione, sta riuscendo anche stavolta a sconfiggere il tempo che passa.

Intanto è il capocannoniere della squadra – 6 centri (più un assist) – e poi con la rete di Marassi, la numero 73 in rossonero, ha agganciato al decimo posto Pippo Inzaghi tra i migliori marcatori del Milan in Serie A. Pioli l’ha tolto dopo un’ora di gioco, perché i polmoni di Zlatan sono organi da gestire come pietre preziose: con estremo riguardo. “Pioli ha rinnovato? Sono felice per lui, ma ora devo rinnovare anche io”, ha detto nel post partita.

“Se lui rinnova, rinnovo io. Sono molto felice per il mister, si merita tutto, sta facendo un grande lavoro e deve continuare così. La squadra ha grande voglia ed è giovane, è pronta a fare sacrifici e ha tanta fame di crescere e di lavorare. Quando ero arrivato era un’altra situazione, più il tempo passa e più si cresce. Come si fa a cambiare così in soli due anni? Basta firmare Ibra e ti porto magia, mi diverto tanto. Oggi era già deciso prima della partita quanto dovevo giocare e ho fatto il massimo che potevo. Questi ragazzi mi fanno divertire e mi fanno sentire giovane”.

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