Ibra e il rigore bis da record: “Se sto bene voglio continuare”

Zlatan è diventato il marcatore più anziano della Serie A: “Ho tirato bene anche il primo (fatto ripetere), Silvestri ha fatto una bella parata. Poi ho pensato ‘ora butto dentro palla e portiere’. Questa squadra non è abituata a giocare da Campione d’Italia”

Zlatan Ibrahimovic, con la fascia da capitano al braccio, è diventato il marcatore più anziano della Serie A con i suoi 41 anni e 166 giorni. Superato Alessandro Costacurta che fino a stasera deteneva il record avendo segnato a 41 anni e 25 giorni, nel maggio 2007, proprio su rigore contro l’Udinese. Lo svedese si è preso il primato trasformando al secondo tentativo un penalty che l’arbitro Doveri ha giustamente assegnato per un tocco di braccio di Bijol. Dopo aver fallito il primo tentativo, col Var che lo far ripetere per l’invasione di Beto, Ibra segna con una botta centrale. Esulta con trasporto abbracciato dai compagni, ma non si dimentica di dire qualche parolina a Silvestri che evidentemente lo aveva provocato.

parla ibra

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“Ho tirato bene anche il primo rigore, Silvestri ha fatto una bella parata, sul secondo ho detto ‘ora butto pallone e portiere dentro!’ – dice Ibra ai microfoni di Sky – Sono orgoglioso di essere entrato nella storia di questo club. È un grande club con una grande storia, con grandissimi giocatori. C’è il mio nome e significa tanto per me. Questo gol non ha portato i tre punti, quello che volevo. Poi è stata la prima da capitano del Milan e questo mi ha reso orgoglioso, purtroppo non è andata come volevamo. Emozione per la fascia? Secondo me c’è ancora spazio per emozionarmi anche alla mia età. Bennacer oggi è venuto in camera mia e mi ha detto che voleva che fossi il capitano. Gli ho detto va bene, ti tolgo questa pressione (ride, ndr.). Stavo bene, mi sono preparato nel miglior modo possibile. Purtroppo la partita non è andata bene, dobbiamo alzare il livello”.

bersaglio

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“Siamo i Campioni d’Italia e tutti ci vogliono battere – prosegue Zlatan -. Questa squadra non ha esperienza nello scendere in campo col tricolore sul petto, per questo ci sono alti e bassi. Quando vinci sei un bersaglio per tutti. Non siamo stati capaci di stare al massimo sempre, non è una scusa, solo una spiegazione. Ovvio, tutti vogliono giocare in Champions ma al momento di fare la lista non ero pronto, rispetto la scelta, ora posso solo preparare i compagni nel modo migliore in allenamento standogli vicino, ho fiducia nella squadra, sin qui hanno fatto bene e faranno bene anche contro il Napoli”.

“non smetto”

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“Per il calcio italiano è molto positivo avere sei squadre in Europa – chiude Ibra -, ne abbiamo tre in Champions, significa che la Serie A prende più punti nel ranking Uefa. Dicevano che non siamo al livello della Premier e poi l’Italia ha vinto l’Europeo e nessuno parlava. Quanto giocherò ancora? Se sto bene voglio continuare, chi smette poi si lamenta d’aver smesso troppo presto… Posso fare ancora di più, ho sofferto troppo in 14 mesi, è la mia rivincita essere in campo. Io sto bene al Milan, dipende da loro, che idee hanno, sono disponibile, voglio giocare come oggi”.

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