Ibra e il restauratore paziente: perché il Milan ha numeri da scudetto

Zlatan, quelli che crescono attorno a lui, e certe cifre che non mentono: così i rossoneri possono stare in testa. E se le favorite stentano, i piani di Pioli danno frutti…

È una storia svedese. Solo un giocatore nella storia rossonera ha segnato di più nelle prime sette giornate di campionato: Gunnar Nordahl, 9 reti in due occasioni nei lontani anni Cinquanta, contro le 8 realizzate da Zlatan Ibrahimovic. È una storia emiliana, perché, a parte la felice parentesi di Massimiliano Allegri, livornese vincitore di quello che resta al momento l’ultimo scudetto vinto dal Milan (correva la stagione 2010-11) non c’è allenatore negli anni recenti che abbia fatto sognare i tifosi rossoneri più di Carlo Ancelotti, e non sono tanti i chilometri che dividono la sua Reggiolo dalla Parma di Stefano Pioli. Parma è anche l’inizio della storia di Arrigo Sacchi, nume del Milan rivoluzionario degli anni a cavallo fra gli Ottanta e i Novanta. Ma Pioli non ha probabilmente nulla a che fare con Sacchi e neppure con Ancelotti.

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