Ibra e il Milan, il grande dubbio: un altro anno insieme o salutarsi in estate

Dopo l’ultimo infortunio Zlatan riflette. Sarà una scelta condivisa con il club che ora deve iniziare a progettare l’attacco del futuro

Il guaio fisico che domenica scorsa ha costretto Ibra a lasciare Milan-Juve alla mezz’ora si è rivelato di poco conto, più grande è l’interrogativo che ha portato con sé: l’adrenalina che alimenta il campione si sta piano piano esaurendo? Zlatan punta già nuove sfide, la prossima all’Inter: sarà il suo decimo derby da rossonero, ma l’attesa è sempre quella della prima volta. Per Ibra fu nel novembre 2010: un tempo, oltre undici anni, riempito di partite, gol, traslochi europei e intercontinentali, infortuni e riabilitazioni, cadute e risalite. In parte è successo anche nelle ultime settimane: il gol al Venezia e le celebrazioni per i nuovi record, quindici giorni dopo lo stop nella gara contro la Juventus. L’infiammazione al tendine d’Achille destro è un inedito, Ibra si era fermato per lo stesso problema ma avvertito a sinistra, e si aggiunge a tutta una serie di acciacchi accusati e superati dal suo ritorno in rossonero: la lesione al polpaccio, all’adduttore, l’intervento al ginocchio sinistro. A quarant’anni Zlatan lavora in palestra e programma altri giorni di lavoro specifico per poi potersi mettere a disposizione nel derby: la presenza non è in discussione ma è prima necessario che Ibra si ristabilisca a pieno e utilizzi la settimana per la gestione e la cura del proprio corpo. Una parte che sta diventando predominante e che ha sollevato la questione, finora sempre rinviata: è pensabile un’altra stagione in prima linea?

Armonia

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Ibra, che mai accetterebbe il ruolo di comparsa, è il primo a essersi posto la domanda. Il club lo ha seguito: a gennaio progetta già il prossimo mercato estivo, e il tipo di investimento dipenderà anche dalla presenza o meno in attacco di Zlatan. Una decisione che le parti prenderanno in armonia, tanto che non ci sarà nemmeno bisogno di un vero confronto: non ci sono appuntamenti fissati per ritrovarsi intorno a un tavolo, Ibra da una parte, il Milan dall’altra. E’ una scelta che maturerà nelle prossime settimane, che Ibra non imporrà al club e che il club non imporrà a Zlatan. Se le motivazioni e il fisico reggeranno, presupposti che saranno chiari a Ibra quanto al club, il rinnovo arriverà in automatico. E neppure sulla consistenza dell’ingaggio ci sarà troppo da discutere. Al contrario, Ibra avvertisse la fatica e il campo gliene offrisse la controprova, le parti deciderebbero di salutarsi. Stavolta, definitivamente. La società interverrà comunque sul mercato con un investimento consistente: ma con Ibra ancora in squadra si orienterebbe in una direzione, senza Ibra magari in un’altra.

Bivio

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Il legame rossonero che unisce le parti è troppo solido per essere messo in discussione: sarà una decisione condivisa. Il 2022 propone anche la sfida del mondiale in Qatar, ma tutto passa dal Milan: per Ibra molto più di un mezzo per vestire la Svezia. Il Milan è la squadra del cuore, a cui ha dedicato 151 partite, di cui 134 da titolare. E soprattutto a cui ha regalato 92 gol, di cui 20 su rigore, e un totale di 11688 minuti di vita in campo. In questa stagione ne ha firmati otto, quota che lo elegge miglior marcatore rossonero: due in più di Leao, che ha quasi la metà dei suoi anni. Ma sono numerose anche le partite a cui non ha potuto partecipare: due per l’infortunio al ginocchio, eredità del campionato scorso, e sei per la prima infiammazione al tendine d’Achille. La seconda, quella subita contro la Juve, non gli impedirà di esserci nel derby. Che così, clamorosamente, potrebbe anche essere l’ ultimo della carriera. Niente è ancora deciso, ma il pensiero inizia a porsi. Ibra, che aveva sempre allontanato l’ipotesi del ritiro, unico “avversario” capace di spaventarlo, valuterà se il fisico è ancora capace di seguire la testa; la società penserà ai gol del futuro e se puntare su un centravanti giovane che possa crescere al fianco di Zlatan o alla necessità di un attaccante già strutturato che possa prenderne il posto. Fino all’estate del 2023 sarà rossonero Giroud, e presto il Milan scoprirà Marko Lazetic: diciotto anni appena compiuti, si è affacciato da poco al calcio dei grandi e gli verrà lasciato il tempo di crescere, lontano dai paragoni con il mito Ibrahimovic. Zlatan potrebbe essere ancora al suo fianco, oppure no. Ibra è stato l’artefice della risalita rossonera ai vertici, per qualità tecnica e leadership. Il Milan del futuro potrebbe doversi arrangiare da solo.

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