I tecnici di Palazzo Chigi smontano Spadafora: 20 punti di criticità, legge delega da riscrivere

Il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio sottolinea il rischio di andare “fuori delega” soprattutto sulle prerogative affidate al nuovo Dipartimento Sport

Mario Canfora – Valerio Piccioni

22 ottobre – ROMA

“Numerose criticità redazionali”. Con questa formula il Dagl (Dipartimento Affari Legislativi e Giuridici della Presidenza del Consiglio) boccia il Testo Unico della legge delega presentato dal ministro dello sport Vincenzo Spadafora e oggetto di confronto con le altre forze politiche di maggioranza e di dura contrarietà da parte di Coni e federazioni sportive. Nella lettera che viviseziona punto per punto il testo, sono segnalati 20 punti su cui bisognerà di nuovo intervenire.

Troppo potere

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Nel punto 1 si sottolinea che il Testo Unico “non si limita a riordinare il Coni e la disciplina di settore, ma si estende a tutti i profili che interessano latamente l’ordinamento sportivo, fuoriuscendo dalla delega almeno secondo un’interpretazione letterale. Si consiglia al punto 2 di interessare il Consiglio di Stato e al punto 3 “la questione di un trasferimento (essenzialmente da Sport e Salute al Coni) di beni, risorse umane e strumentali” sembra secondo il Dagl fuori delega perché la legge delega non prevede “passaggi di personale e di beni”, Vengono poi contestate al punto 5 “la mole di nuove competenze che vengono assegnate al Dipartimento”, che tende a divenire “un dicastero a sé”. Dunque troppo potere e troppe prerogative rispetto a una legge delega che prevedeva solo un “mero riordino del Coni”.

Principi al Coni

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Anche il punto 9 è particolarmente delicato perché si scrive che l’attuazione dei criteri dettati dall’Autorità politica oltrepassi il dettato della norma base che riconosce solo al Coni l’individuazione dei principi generali per la ripartizione di tali risorse”. Insomma, l’autorità di Governo può “controllare” ma enunciare dei “criteri”. C’è poi l’attuazione delle norme sul “lavoro sportivo”, in cui ci sarebbe nel Testo Unico una sorta di invasione di campo. “Occorre valutare se tali interventi possano ricondursi ai principi direttivi che appaiono piuttosto generici”. C’è poi un punto, il 12, dove si discutono le prerogative di Sport e salute, che non darebbero coerenti come società “in house”. L’articolo 20, invece, mette in discussione la possibilità per le associazioni e le società sportive senza fini di lucro di operare per costruire, ammodernare, gestire impianti sportivi. Qui viene scritto che l’assenza di fini di lucro non toglie che “questi soggetti svolgano attività di rilevanza di mercato”. Insomma, una sorta di violazione della concorrenza.

E adesso?

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Questo parere si riferisce al Testo Unico inviato lo scorso 12 ottobre e non a una nuova versione che è stata inviata proprio nelle ultime ore. Bisognerà vedere se queste osservazioni sono state o saranno recepite nel nuovo testo. Ma è certo che la strada per approvare la Legge Delega si fa ora molto complicata e bisognerà ora capire come Spadafora intenda rispondere ai numerosi rilievi dei tecnici di Palazzo Chigi.

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