I nemici dentro

La Corte Sportiva s’è presa ancora qualche giorno – uno, due, quanti? -: alla lettura del dispositivo vuole aggiungere le motivazioni. Il codice di giustizia sportiva non lo prevede: stabilisce infatti che la sentenza debba essere comunicata il giorno stesso della discussione, solo in seguito le motivazioni (articolo 73, quarto comma) ma in questa singolare vicenda tempi e modi hanno registrato un flusso anomalo.

Juve-Napoli, slitta la decisione sul ricorso

Resto convinto che Aurelio De Laurentiis possa ottenere quel che vuole: per il terribile momento storico, per le motivazioni addotte, quelle ufficiali, intendo, per il peso dell’Asl, che rappresenta l’autorità superiore quando si tratta di salute.

Ma il punto non è questo: il punto è la riaffermata insensibilità dei presidenti e – quel che è peggio oggi, proprio oggi – la sottovalutazione delle reazioni dei “potenziali nemici”: il calcio professionistico, che per più di una buona ragione (tutte chiarite nei mesi scorsi), gode di un trattamento particolare, avrebbe dovuto e dovrebbe ancora avere il buonsenso e l’intelligenza di mostrarsi compatto, alzando un muro invalicabile tra sé e le contestazioni dei numerosi settori fortemente penalizzati dal lockdown. E invece nulla: esprime tutte le sue fragilità, le sue contraddizioni, i suoi vizi, la sua disunità, e si rende vulnerabile per effetto del “tutti contro tutti”.

Juve-Napoli si decide in appello: De Laurentiis interverrà in video

Non si può parlare di emergenza soltanto quando ci fa comodo. E non si possono tentare furbate per dribblare regolamenti, protocolli, avversari e impegni delle nazionali al fine di tutelare esclusivamente i propri interessi.

Dice: e allora cosa avrebbero dovuto fare, i due presidenti in questione? Erano due le strade percorribili: o sfoderare un atteggiamento british per raggiungere un gentlemen agreement («Caro Aurelio, facciamola finita, rigiochiamoci da signori ‘sta partita, «Sì, caro Andrea, e vinca il migliore!» – stretta di mano e sorrisi per la stampa) oppure per una volta essere solidali, respingere le tentazioni tribunalizie e giocare la partita dell’Asl liberando Federazione e Lega da ulteriori grane – perdippiù provocate dall’interno -. Da evitare era ogni ipotesi di rissa, anche per rispetto del momento che si vive a Torino come a Napoli, cogliendo insieme l’occasione di chiudere la lunga stagione dei dispetti fra Napoli e Juventus in nome dello spirito sportivo che purtroppo il calcio ha dimenticato.

“Juve-Napoli, cosi De Laurentiis può vincere il ricorso”

Due strade per una sola conclusione. Un finale deamicisiano, certo: tale da rivelare agli ignoranti che nel Cuore c’erano tanto onore e tanta lealtà. Come scrivere una storia d’altri tempi.

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