I mali del Napoli: numeri horror al Maradona e la crisi degli esterni

La storia, più o meno recente, insegna che gli incroci tra Napoli e Fiorentina, in Campania o in Toscana, sono destinati a lasciare il segno sulla stagione degli azzurri. Tralasciando la clamorosa sconfitta subita dalla squadra di Spalletti a gennaio agli ottavi di Coppa Italia, nonostante 75 minuti di superiorità numerica, la mente dei tifosi azzurri prima della gara della 32ª giornata persa 3-2 da Koulibaly e compagni non può non essere andata a due sfide storiche, l’1-1 a Fuorigrotta del 10 maggio ’87 che fece scattare la festa per il primo scudetto e la sconfitta per 3-0 al “Franchi” del 29 aprile 2018, che spense i sogni della squadra di Sarri accesi dal ko di 24 ore prima della Juventus contro l’Inter.

Napoli, sono già otto le sconfitte in casa in stagione

Certo, complice il passo tutt’altro che spedito delle concorrenti per lo scudetto, nulla è compromesso e il Napoli è ancora pienamente in corsa per la conquista del titolo, ma la sesta sconfitta stagionale in campionato, cinque delle quali in casa, impone delle riflessioni non solo di natura statistica. Se infatti un buon rendimento in trasferta è indispensabile per fregiarsi del Tricolore, va anche detto che nessuna squadra è mai riuscita a conquistare lo scudetto dopo aver perso cinque partite davanti ai propri tifosi. Uno score da incubo proprio nella prima stagione intera in cui lo stadio è intitolato a Diego Armando Maradona, ma soprattutto uno score da record negativo: considerando infatti anche Coppa Italia e Europa League, i ko casalinghi in stagione per il Napoli sono ben otto, solo tre in meno dal record assoluto di 11, risalente all’annata horror 1997-’98, conclusa con la retrocessione in B dopo 33 anni.

Napoli, i top e flop della sconfitta contro la Fiorentina

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Napoli, ecco cosa non va al Maradona

Situazioni non paragonabili, certo, ma che qualcosa non vada nel gioco della squadra nelle partite casalinghe è indubbio. In particolare nella fase offensiva. Oltre che perdere molto, infatti, in casa il Napoli non segna tantissimo: solo 27 gol in 16 gare interne di Serie A, peraltro non ben distribuiti all’interno delle partite, con tre gare a secco e una sola rete segnata in altre quattro partite. E a proposito di distribuzione dei gol, in comune tra le partite casalinghe e quelle esterne c’è il ridotto numero di giocatori andati a segno su azione nelle prime 32 giornate di campionato. I numeri evidenziano la stagione disastrosa degli esterni, con Politano in rete appena due volte e Insigne una sola su azione, contro la Lazio, a fronte di sette rigori.

Entusiasmo Fiorentina: tanti tifosi in stazione al rientro della squadra

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Esterni spenti, Zielinski in crisi: Spalletti cerca la soluzione

Sui 50 gol su azione segnati dal Napoli in campionato, la metà esatta sono stati segnati da appena tre giocatori: 12 per Osimhen, sette per Mertens e sei per Fabian Ruiz, quest’ultimo peraltro sempre in gol con soluzioni dalla distanza. La logica conseguenza di tutto questo potrebbe essere una riflessione di Spalletti su un nuovo cambio di modulo in vista delle ultime sei partite, soluzione comunque non semplice perché il passaggio al doppio centravanti, o con il belga alle spalle del nigeriano, rischierebbe di sbilanciare troppo la squadra viste le caratteristiche iper offensive degli esterni, senza considerare l’abbondanza di mezzali in squadra, compreso uno Zielinski anch’esso in crisi di rendimento e a secco di gol ormai dal 4 dicembre. Il passaggio alla difesa a tre, invece, magari per un 3-4-2-1 con Mertens ed uno tra Zielinski, Fabian o Elmas alle spalle del centravanti, penalizzerebbe i tanti esterni in rosa. Insomma, un rompicapo che Spalletti è chiamato a risolvere: i balbettamenti delle rivali danno ancora speranze, ma i margini di errore (forse) sono davvero finiti.

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