I gol di Bonansea e Girelli, la leadership di Gama: Italia, all’Europeo senza limiti

Boattin, Bergamaschi, Cernoia e compagne domenica debutteranno all’Europeo contro la Francia. Obiettivo passare il turno…”Poi si sogna”

Come dice Cristiana Girelli, saggia ragazza dell’attacco azzurro, “prima ci si qualifica, poi si sogna”. Perché sognare non costa niente (non è del tutto vero) e perché l’Italia è partita per l’Inghilterra con la consapevolezza di essere una Nazionale cresciuta molto, nei contenuti tecnici e finalmente anche nella considerazione del pubblico. 2019, caldo torrido in Francia, australiane superfavorite e in vantaggio, Italia in rimonta con una fantastica Barbara Bonansea, compagna di club e di reparto, altra saggia della squadra guidata ancora da Milena Bertolini. Quel giorno, a Valenciennes, Nord della Francia, è nata un’Italia diversa, quella che pochi in tv avevano seguito in precedenza. È nato un fenomeno, l’idea di un calcio differente ma non per questo destinato a essere snobbato. E’ partita una piccola rivoluzione che si è conclusa il primo luglio con i primi contratti da professionista depositati per calciatrici italiane.

Le stelle subito

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Ma questa è una storia importante, che però va accantonata in attesa di un altro capitolo tutto da scrivere. La sfida delle azzurre guidate dalla pacata Milena, più Ancelotti (o Pioli) che Conte, continua all’Europeo che parte in salita esattamente come era accaduto allo scorso Mondiale e forse stavolta è ancora peggio, è come scalare l’Alpe d’Huez: perché di fronte ci sarà la Francia, ovvero il paese delle campionesse d’Europa per club, una nazionale battuta al Mondiale giocato in casa dagli Stati Uniti di Megan Rapinoe e Alex Morgan. C’è voglia di rivincita fra le stelle francesi, forti di una lunga tradizione che per ora non ha dato grandi frutti in nazionale e di un grande e consolidato seguito. Partiamo dal Lione, che a Torino, nella finale di Champions League, ha schiantato il Barcellona vincendo l’ottava coppa, per arrivare al potente Psg. Vero, nelle squadre di club francesi, come in quelle di tante altre nazioni, giocano tante straniere, ma sono anche loro probabilmente che hanno favorito la crescita tecnica. E comunque le star di casa, da Marie-Antoinette Katoto a Wendie Renard, in Francia non mancano.

Pallone d’oro

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Poi ci sono tutte le altre e non sono poche: Valentina Giacinti, attaccante azzurra protagonista tre anni fa al Mondiale, ha confessato di avere l’incubo di ritrovare le olandesi, campionesse in carica che hanno battuto l’Italia in Francia tre anni fa. E il filo oranje avvolge altre nazioni, visto che Sarina Wiegman, c.t. inglese, era al comando delle olandesi in Olanda, nel 2017. Padrone di casa loro, padrone di casa adesso le leonesse, che debuttano stasera all’Old Trafford contro l’Austria. Il sogno inglese comincia al Teatro dei Sogni, con Sarina campionessa in panchina, decisa a ripetersi dopo lo smacco mondiale subito a Lione dalle americane. Altra squadra da temere, la Spagna, ma almeno per quello, almeno dal punto di vista delle azzurre, ci sarà tempo. E le ragazze di Milena sarebbero ben contente di trovare Alexia Putellas, Pallone d’oro in carica (non soltanto: nel 2021 ha vinto anche Fifa Best e Uefa Women’s Player of the Year), perché vorrebbe dire che sono andate avanti nel torneo. La Spagna è considerata forse la favorita numero uno, anche se non ha grandi tradizioni a livello di nazionale. La crescita, come nel caso del calcio femminile francese, è stata impetuosa soprattutto a livello di club. Le società spagnole hanno investito molto nel calcio femminile e il Camp Nou e il Bernabeu pieni di pubblico per le partite delle ragazze rappresentano il miglior biglietto da visita anche per la manifestazione continentale. Il pallone delle ragazze in Spagna funziona, magari senza i divi che popolano le squadre maschili. Anche se non si può negare che Putellas sia una star luminosa, capace di oscurare l’eterna Ada Hegerberg, sei volte campionessa d’Europa con il Lione. Fra le superstar c’è anche Kosovare Asllani, la Ibrahimovic con la coda di cavallo bionda, e c’è Lucy Bronze, difensore inglese ex del Manchester City appena passata al Barcellona. Da padrona di casa, ci terrebbe a mettere in fila tutte le altre dive. Stasera, prove generali contro l’Austria, ma l’obiettivo è logicamente la finale a Wembley, che sembra apparecchiata apposta per la squadra della Wiegman. Gli imprevisti però, come è successo un anno fa ai colleghi maschi, sono sempre dietro l’angolo.

Niente confronti

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Guai però a fare confronti con l’Europeo del 2021, soprattutto a Casa Italia. L’ambizione per ora è ferma al passaggio della fase a gironi, l’impresa della squadra di Mancini può essere un esempio e nulla più, però il confine fra ambizione e desideri è piuttosto sottile e le azzurre, magari sottovoce, non si nascondono. Sperano quantomeno di ripetere i risultati del 2019, di tornare a surfare sull’onda azzurra e di tenere ancora incollati davanti alla tv milioni di persone. Nel dubbio, la Rai ha già deciso che le partite delle ragazze andranno sulla prima rete. Sarà un’estate strana, senza Mondiale maschile, ma il calcio femminile ormai riscuote interesse e simpatia anche in Italia e questo Europeo, favorito anche dal clima fresco dell’Inghilterra, avrà valori tecnici interessanti anche senza la straripante presenza delle campionesse americane. Girelli, Gama, Bonansea e compagne se la giocheranno a modo loro, anche perché per alcune potrebbe essere l’ultimo grande evento della carriera e una bella uscita di scena è sempre la migliore delle soluzioni. Per le juventine che si sono consolidate sulla scena europea passando per la prima volta un turno in Champions League, ma anche per tutte le altre che giocano in club che ancora devono affacciarsi in Europa, questa sarà un’occasione per confermare i passi avanti di questi ultimi anni. E se le favorite sembrano inavvicinabili, non è detto che lo siano fino alla fine: la cosa certa è che l’Italia domenica andrà in campo senza complessi, perché non c’è più motivo di averne, E l’obiettivo più importante sarà dimostrare di non aver ballato una sola estate: in fondo è questo che serve al calcio femminile italiano per proseguire il percorso di crescita contro tanti pregiudizi che adesso sembrano già lontani.

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