I colpi Tevez e Vidal prima del botto Ronaldo: gli affari degli 11 anni di era Paratici

Dal 2018 a capo dell’area sportiva, già da braccio destro di Marotta aveva firmato operazioni importanti, da Pogba a zero fino a Dybala e Morata. Meno fortunata la scelta Sarri, il suo futuro con ogni probabilità sarà all’estero

Le strade della Juventus e Fabio Paratici si separano, dopo un decennio di soddisfazioni (e qualche amara delusione europea) e diciannove titoli. Il dirigente piacentino, in scadenza di contratto e ufficialmente ai saluti, è arrivato nel 2010 insieme a Beppe Marotta per occuparsi di scouting e mercato, proprio come faceva in precedenza alla Sampdoria. Mostrando idee e ottenendo sempre più credibilità a livello europeo e internazionale, Paratici si è guadagnato negli anni la stima dei super agenti: il colpo Ronaldo, nell’estate del 2018, lo ha reso agli occhi degli addetti ai lavori all’estero uno dei dirigenti più influenti del calcio moderno. A cui seguì dopo pochi mesi la promozione a capo dell’area tecnica dopo la partenza di Marotta.

Prima della ribalta

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Eppure le soddisfazioni maggiori sono arrivate negli anni precedenti, quando per le sue deleghe più legate alla parte sportiva nel tandem con Marotta gli hanno permesso di firmare o ispirare operazioni importanti per la costruzione dello storico ciclo vincente della Juve. Tra queste, l’arrivo di Carlos Tevez e quello di Arturo Vidal, l’ingaggio a parametro zero di Paul Pogba e quello di Andrea Pirlo, la firma di Andrea Barzagli e di Leonardo Bonucci, le operazioni in attacco per Paulo Dybala e Alvaro Morata fino all’ingaggio di Gonzalo Higuain. Dopo essere diventato il numero uno dell’area sportiva invece è stato Matthijs De Ligt l’affare anche finanziariamente più importante della sua gestione, un anno dopo Ronaldo.

Senza lieto fine

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Meno fortunate, nel periodo post Marotta, le scelte sugli allenatori: soprattutto Sarri, che non ha trovato feeling con l’ambiente, prima di passare a Pirlo. Più in chiaroscuro gli ultimi mercati, con un centrocampo indebolito dagli ingaggi a parametro zero rivelatisi non all’altezza di Ramsey e Rabiot e lo scambio Pjanic-Arthur, ma anche l’esplosione degli acquisti dell’ultima estate Chiesa e Kulusevski. In mezzo anche la vicenda Suarez con il coinvolgimento nell’inchiesta della procura di Perugia. Paratici resta uno dei dirigenti più vincenti della storia della Juventus, uno degli scout man più abili a livello internazionale e ancora uno dei dirigenti italiani più attenti al calcio giovanile. Il suo futuro sarà con molta probabilità all’estero.

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