I 10 migliori videogiochi di sport di tutti i tempi

La nostra classifica delle più belle simulazioni sportive mai portate sullo schermo. Sì, ci sono anche Pes e Fifa ma non dove ve li aspettereste…

Benvenuti in questo territorio sacro, la hall of fame virtuale dove sono ammessi soltanto i 10 esemplari assolutamente migliori dei videogiochi di sport. Ora, “Sport” è un termine ampio nel gaming. Starcraft competitivo è agonistico a livelli infernali, e i roster di certi titoli di kart targati Nintendo e di alcuni giochi di skate che hanno definito un’epoca meriterebbero fortemente di venire inclusi in questa lista. Ma siamo stati inflessibili.

I migliori videogiochi di sport —

Puoi tenerti i tuoi gusci blu, Mario Kart. Ed è un vero peccato, Tony Hawk’s 2, ma è tempo di andare avanti. Qui tutto quello che conta sono i numeri, le scansioni dei volti, le animazioni e i kit accurati al millimetro. I giochi di sport sono una questione di motori che simulano e imitano la vita reale e, più di ogni altra cosa, devono far sentire l’utente come se stessi facendo davvero sport ad un alto livello. Di seguito trovate i giochi di cui la gente parla ancora anche se i loro poligoni potrebbero essersi afflosciati e le loro licenze potrebbero essere scadute, perché hanno fatto salti in avanti verso la simulazione perfetta e l’immersione nelle cose contro cui tutti urlano alla TV. Sono titoli ai quali si sono dedicati tutti anima e corpo, e che hanno ricompensato i giocatori abbondantemente per averlo fatto. Signore e signori, ecco a voi i G.O.A.T. dei videogiochi di sport.

10. NHL 2002 (PS2 | Xbox | PC, 2001) —

In questa classifica ci saranno parecchi franchise sportivi di vecchia data che cominciano con quella voce profonda che dice “it’s in the game”, e il primo di questi è NHL 2002. Ci sono tante, tante ragioni dietro questa scelta. Prima di tutto, NHL 2002 raffigura una stagione di hockey che includeva un roster pieno di futuri hall of famer. Il commento surreale di Jim Hughson e Don Tayler è ancora nelle orecchie degli appassionati ed è ricordato con grande affetto da tutti quelli che ci abbiano giocato, al pari dei collezionabili delle esultanze e i modificatori da sbloccare attraverso un album delle figurine che sembrava un prototipo di Ultimate Team. Ma, soprattutto, NHL 2002 proponeva la sua azione in maniera perfetta, piazzandosi affianco alla violenza cartoonesca di NHL 94 senza perdere contatto con i fondamentali dello sport. In breve, gli schiaffi davano l’impressione di poter rompere una placca tettonica, ma i movimenti dei giocatori e la velocità del gioco erano comunque convincenti.

9. Tiger Woods PGA Tour 2004 (PS2 |Xbox | PC, 2003) —

Ci sono buone probabilità che la canzone degli Outkast stia ancora suonando nella vostra testa dopo aver letto quel titolo, e questa è buona dimostrazione di quanto a fondo Tiger Woods 04 vi abbia colpito. Usando un’alchimia precaria costituita dalla popolarità di Tiger Woods negli anni ’90, una colonna sonora infusa di R&B e controlli semplici ma sottili, per un momento sì, il golf è stato figo. Certo, avevate tutti i campi più famosi in cui girare in pantaloni e maglioni Nike, e un numero di club da sbloccare e personalizzare degno di un intero centro commerciale. Ma i giochi di golf avevano dato tutto questo già negli anni precedenti. Quello che ha elevato questo gioco di golf è stato una ricca componente swag, una modalità carriera profonda e coinvolgente, e un editor di personaggi che parve attingere a piene mani dal franchise di Tony Hawk. Inoltre, beh, ci piaceva il modo in cui i giocatori si muovevano…

8. Track & Field (Atari 2600 | Arcade, 1983) —

Per quanto il cuore del genere sia catturare gli aspetti glamour e la passione dei mondi costruiti intorno allo sport, nei videogiochi che appartengono al filone è importante anche come vengono replicate le discipline fisiche. E la leggenda arcade Track & Field aveva un modo irresistibile di catturare la disciplina dell’atletica nel 1983: faceva premere ripetutamente, fino allo sfinimento, su una manciata di pulsanti. Quanto rapidamente puoi martellare sui pulsanti del tuo controller Atari 2600? Che succede se usi il trucchetto dello strofinaccio, è imbrogliare? Potrebbero sembrare riflessioni fatte con le lacrime agli occhi, ma non è un’esagerazione dire che agli inizi degli anni ’80 questi erano gli argomenti più discussi dell’agenda globale. Sì, è stato reso leggermente primitivo dagli ultimi 37 anni di innovazione, ma Track & Field ha iniziato a camminare perché FIFA potesse correre. In modo che Mario Party potesse fare i suoi party. In modo che QWOP (la combinazione di tasti che chi controlla l’atleta nell’omonimo gioco deve premere) potesse fare… qualunque cosa il tizio di QWOP faccia.

7. Madden NFL 2005 (PS2 | Xbox | PC | GameCube, 2004) —

EA Tiburon aveva davvero fatto centro agli inizi degli anni 90 con i videogiochi di sport. Ci ha messo più tempo a cogliere la bellezza di lanciare, correre, acchiappare e rotolarsi di quanto non sia servito ai suoi cugini di NHL e FIFA per catturare l’essenza dei loro sport ma, quando l’ha fatto, lanciare e acchiappare un Hail Mary è stato come ascoltare per la prima volta i Beatles. Alcuni dicono che Madden NFL 2003 sia stato il migliore di quest’era, ma in Madden NFL 2005 i controlli erano un pochino più leggeri, i passaggi erano più facili da capire, le opportunità di rompere le linee erano un po’ più esaltanti.

6. Wii Sports (Wii, 2006) —

Wii Sports, come tutti ricorderete, era erba gatta per i genitori. Eccoti lì, a casa di amici, che davi un’occhiata al loro nuovo Wii. La loro mamma si affacciava in camera per salutare e, “Oh! Cos’è questo? E giochi soltanto agitando quella cosa?”. E improvvisamente finivi in un match di boxe con la madre del tuo migliore amico, difendendoti da una pioggia di uppercut e chiedendoti se avesse legato il laccetto del Wii Remote come da istruzioni. Questa è stata la portata del genio trascendentale di Nintendo quando ha cambiato in maniera radicale il suo controller. Come Track & Field prima di lui, Wii Sports trovò un nuovo modo per ricreare boxe, bowling, golf, tennis e baseball, che risultò così divertente che persino chi non videogiocava doveva provarlo.

5. MLB 11: The Show (PS2 | PS3, 2011) —

MLB 11: The Show è quasi senza pari. Sottigliezze come il lancio e la corsa alla base sono state rese intuitive qui, e colpire la palla con la mazza da baseball fa stare bene come nuotare con i delfini. Tutto questo è stato vero in MLB: The Show quasi sempre dall’inizio fino all’ultimo capitolo. Ma è stato agli inizi degli anni 2010 che San Diego Studio di Sony ha trovato davvero la formula giusta. Road to the Show, ora alla sua quinta iterazione, ha avvicinato l’irresistibile ricchezza degli RPG ai giochi di sport, e nel 2011 MLB è stato, pur di pochissimo, davanti alla modalità MyCareer di NBA 2K sotto questo punto di vista. Il sistema di controllo Pure Analog è utilizzato ancora oggi, sebbene in una forma enormemente evoluta, e ci credereste che erano riusciti a rendere divertenti addirittura i controller di movimento?

4. FIFA 12 (PS3 | Xbox 360 | PC, 2011) —

Distruttore di controller. Ispirazione per tanti soliloqui al microfono. Accusato di aver inventato cavolate all’incirca una volta ogni 3.4 secondi. Eppure ci giocate ogni anno, non è vero? Sarebbe stato più semplice scegliere la strada facile con FIFA 97. FIFA 2003 ha sfiorato addirittura il gradino più alto del podio. Ma il punto su FIFA 12 (uscito ormai dieci anni prima di FIFA 22, feel old yet?) è questo: è il gioco che ha fornito la base che EA sta perfezionando ancora oggi. Ultimate Team non ci ha intrattenuto mai più per così tante ore come in FIFA 12 perché nel 2011 non ne eravamo ancora stanchi. Non avevamo visto ancora visto a ripetizione gente nelle loro sedie da gaming urlare per aver trovato un Messi in forma. Era una novità persino vedere qualcuno fare l’esultanza del pesce morto.

3. NBA Jam: Tournament Edition (Genesis | SNES, 1994) —

I videogiochi di sport moderni tendono a massimizzare le espressioni dello sforzo che simulano, ma nel 1994 NBA Jam: Tournament Edition andò in una direzione diversa. Questo titolo di stampo arcade si poneva una semplice domanda: cosa vogliono fare davvero i giocatori quando caricano la cartuccia di un gioco di basket? (Erano gli anni ’90. Cartucce. Grunge. Heather Locklear). La risposta, naturalmente, era “correre da un lato all’altro del campo facendosi schiacciate in faccia da 25 piedi”. Sapeva semplicemente cosa non sarebbe servito – tutto all’infuori di quanto menzionato finora – e come esagerare quello che era rimasto. Nel momento stesso in cui lo vedevi, capivi subito cosa fare ma, molte lune dopo, provavi ancora a decidere l’accoppiata perfetta e trovare un barlume di raffinatezza in tutta quella baraonda.

2. Pro Evolution Soccer 6 (PS2 | Xbox 360 | PC, 2006) —

Abbiamo dovuto mettere un NBA Jam-cuscinetto tra PES e FIFA per evitare comportamenti in stile Keane vs Vieira nel tunnel per gli spogliatoi, tanto è enorme la rivalità tra questi due grandi e longevi titani della simulazione calcistica. PES (o eFootball, com’è conosciuto adesso) ha sempre avuto un sapore leggermente diverso. Strizzava un occhio ai giochi arcade velocissimi, e con l’altro distorceva il gioco più bello del mondo perché continuasse ad avere la sua drammaticità e replicasse il peso delle conseguenze di ogni gesto in una partita da 10 minuti anziché 90. PES 6 rappresenta l’apice di quella visione orientata all’arcade. I giocatori si muovono come se si stessero inseguendo in una puntata di Benny Hill Show, e provate a giocare con squadre come Pompey o Middlebrook e a dire che il realismo conta più dell’adrenalina, quando sarete arrivati all’85esimo minuto.

1. NBA 2K17 (PS4 | Xbox One | PC, 2016) —

Di tutti i videogiochi di sport celebrati e immortalati in questa lista, NBA 2K potrebbe essere quello più impressionante, nel complesso. Lungo lo scorso decennio, Visual Concepts ha costruito qualcosa come un ecosistema di basket vivo, un mondo vibrante in cui un personaggio con la scansione della tua faccia compie un’ascesa incredibile dall’oscurità dello sport da college alla vera fama, come in un film TV amabilmente sdolcinato. NBA 2K17, conosciuto anche come “NBA 2K16 ma senza quella storia di Spike Lee”, rappresenta il pinnacolo di quella visione. È stato il punto più alto, prima che incominciassero a farsi pagare in VC per un taglio di capelli. Le meccaniche erano rifinite fino alla lucentezza del marmo italiano, le build dei giocatori erano bilanciate ma non restrittive, Michael B Jordan era solo un po’ fastidioso come personaggio improbabilmente dominante e l’altra metà del Succo d’arancia in MyCareer. I titoli successivi hanno offerto un’estensione del gioco online, ma i fondamentali non sono mai stati superati. E il basket è un gioco di fondamentali.

Scritto da Phil Iwaniuk per GLHF

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