Hernanes, regia e chitarra per prendersi la Juventus

Anderson Hernanes de Carvalho Viana Lima, 31 anni

Anderson Hernanes de Carvalho Viana Lima, 31 anni

Nelle lunghe ore di tarda estate, più che studiare la toponomastica di Genova, si era chiuso in riflessione e preghiera: due giorni di pochissime parole per digerire la bocciatura e preparare i bagagli di una nuova vita. Il 31 agosto Hernanes era di fatto un giocatore del Genoa: al suo posto la Juve aveva spalancato le braccia ad Axel Witsel, erede designato di Pogba. Il resto è storia: il capellone belga, bloccato dall’altolà di Lucescu, si è consolato con una pizza a Torino, mentre il brasiliano ha disfatto le valigie. Due mesi dopo ha definitivamente preso possesso del centrocampo, grazie anche agli infortuni dei colleghi e a un reparto un po’ corto: è finalmente finito il casting per trovare il migliore regista, nell’attesa del recupero di Marchisio. Bocciata la fisicità di Lemina, più incursore che gestore. Bocciata la variante Pjanic, genietto a cui non serve la camicia di forza davanti alla difesa. Promosso Hernanes, regista per caso e soldato affidabile: “Il momento più difficile è stato quando il destino non era più nelle mie mani – ha raccontato nel dopopartita di Empoli -. Allora mi sono affidato a Dio. Io ho sempre desiderato restare, sapevo che era giusto. Dopo un anno sento di essermi calato nel nuovo ruolo, dovevo solo imparare i meccanismi. Ora mi diverto e penso di poter migliorare: aveva ragione Allegri, è il mio ruolo”. I mugugni di alcuni tifosi allo Stadium ci sono ancora, ma gli applausi crescono in percentuale. Del resto, il brasiliano evita gli svolazzi e si concentra sulla sostanza: “Il tecnico mi chiede di fare poche cose essenziali, la creatività la lascio agli altri davanti”.

L’SMS — In campionato le presenze sono 4 e 200 i minuti giocati, sempre dignitosamente, a cui si somma la prova robusta di Zagabria. Ma sono le ultime gare a segnare la nuova realtà: Hernanes è partito titolare in tre delle ultime quattro sfide. Assente solo a Palermo e la manovra è sembrata meno ariosa. Nel complesso, i numeri tra un anno e l’altro sono lì a fotografare il miglioramento: nel 2015-16 aveva giocato di più (7 partite, 298 minuti), ma adesso si notano meno palle perse e più contrasti vinti. Il resto? Tenta meno il dribbling, però lancia di più e meglio. Insomma, un regista autentico e molto si deve anche al lavorìo sulla sua mente. Sandro Corapi è il mental coach di Hernanes dai tempi della Lazio, quando lo sfidava nelle gare di flessioni. Col tempo lui ha apprezzato una dote che è servita al brasiliano nell’asprezze bianconere: “Trasforma le crisi in opportunità, la fede lo aiuta ad avere fiducia ed equilibrio: quando lo fischiavano non si disperava, adesso non si esalta”. E poi c’è la voglia di sfida, cresciuto negli anni: “Ne cerca sempre di nuove, finito un libro ne comincia un altro, ha persino imparato a suonare la chitarra”, continua Corapi. Prima di Empoli si è raccomandato col solito sms: “Concentrato ma sereno”. Ormai da un po’ Hernanes lo prende alla lettera.

 Filippo Conticello  

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