Hauge: “Milan, era il momento giusto. Ibra? A volte traduce per me…”

Il norvegese a The Athletic: “Il passaggio al Milan è stato molto veloce, ma era il momento giusto e ora mi diverto tanto. Destro e sinistro, non c’è problema. Mi ispiro a Hazard”

Ultimamente è sparito un po’ di scena, ma quella scena Jens Petter Hauge ha già avuto modo di prendersela più di una volta nelle scorse settimane. Quando il Milan era in emergenza, quando occorrevano forze fresche e magari un po’ sfacciate per sparigliare le carte con gli avversari. JPH ha offerto un buon rendimento e mantiene la soddisfazione di essere il giocatore con le media gol stagionale migliore della rosa dopo Ibra: una rete ogni 197’, ovvero 4 gol (e un assist) spalmati su 790 minuti.

Momento opportuno

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L’esterno norvegese ha parlato a The Athletic dell’avventura rossonera: “È stato tutto veloce. Mia madre pensava che fosse un grande passo per me trasferirmi a Milano e in Italia, con una nuova lingua da conoscere e cose del genere. Bodoe è una città piccola e quindi era un grande cambiamento. Però il Bodoe in quel periodo aveva tanti punti di vantaggio in campionato sulla seconda ed ero fiducioso che anche se fossi andato via io, avrebbero vinto lo scudetto. Quindi, quello era il momento giusto per me per lasciare il club. Sono davvero contento della mia scelta, mi diverto ogni giorno. La lingua? All’inizio conoscevo solo alcune parole chiave del calcio in modo da capire ciò che veniva detto in campo. Quando poi senti i suoni e le parole ogni giorno inizi a impararli molto velocemente. A volte Ibrahimovic traduce per me”.

Qualità

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Infine, qualche riflessione sul suo modo di giocare: “Da giovane ho iniziato a osservare i giocatori che erano bravi con entrambi i piedi. Una buona qualità da avere. Per tutta la mia vita ho usato sia il destro che il sinistro per tirare e passare, quindi ora mi viene naturale usare tutti e due i piedi. I modelli? Drogba, Lampard, Mata. Quando sono cresciuto ho iniziato a guardare Hazard. È lui il mio preferito”.

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