Hart: «Non torno al City. Torino, ora centriamo l'Europa!»

Hart: «Non torno al City. Torino, ora centriamo l'Europa!»
© Marco Canoniero

Il portiere granata: «Con Guardiola non avrei giocato, voglio aiutare i granata in questa stagione»twitta

TORINO – Il futuro di Joe Hart non è al Manchester City. A confermarlo è proprio il portiere del Torino, arrivato in prestito dal club inglese, ai microfoni di Sky Sports UK. «Adesso, voglio dare il massimo qui a Torino e se qualcuno me lo chiede beh, non credo che il Manchester City sarà sulla mia strada. Dopo dieci anni è tempo di voltare pagina, anche perchè fino a quando ci sarà Guardiola, penso che non troverei più spazio tra le fila dei Citizens. Questa è la seconda volta che vado in prestito per un’intera stagione, ma questa volta non sono stato mandato qui per testare le mie abilità o vedere se posso migliorare: sono stato mandato fuori perché non ero voluto. Non sono qui per dimostrare quello che posso fare, io sono qui perché avevo bisogno di guardare altrove e non ho avuto la possibilità di trasferirmi in un altro club in modo permanente».

IL RAPPORTO CON GUARDIOLA – Il numero 21 racconta anche alcuni retroscena sul rapporto con Pep Guardiola: «Quest’estate sono tornato dopo gli altri giocatori a causa degli Europei, e la prima volta che abbiamo avuto una conversazione lui mi ha detto che aveva le sue riserve su di me. Gli strinsi la mano, gli dissi che era professionalmente onesto ma non quello che volevo sentire. Ho detto che volevo lavorare e mettermi alla prova per convincerlo e vedere cosa sarebbe successo, ma ho avuto l’impressione che in realtà non stessi andando da nessuna parte, che comunque non avrei giocato. Allora ho parlato con l’amministratore delegato e gli ho detto: “Tu vuoi che me ne vada, non è vero?” Lui non mi ha fermato mentre lo dicevo». E sulle chance di giocare è sicuro: «Il portiere che è arrivato (Claudio Bravo) era un buon portiere, gli piaceva Willy (Cabellero) così come gli piaceva Angus (Gunn): era ovvio che non avrei avuto alcuna chance, così ho pensato che avevo bisogno di andare altrove e sono davvero grato al Torino per avermene dato l’opportunità. Avrei potuto sedermi, ma preferisco pensare a come posso aiutare il Torino ora piuttosto che a quello che avrei potuto fare, a cosa sarebbe potuto accadere».

GLI EX COMPAGNI«Ho parlato con Micah Richards, che ha giocato in Serie A, e mi ha detto: “Ti piacerà”. Poi ho parlato con Patrick Vieira che aveva giocato nella Juventus e conosceva Torino e mi ha detto che era una bella città per il calcio. Aleksandar Kolarov infine conosceva Milhajlovic, così ho parlato con lui. Mi è anche piaciuto il modo in cui Mihajlovic mi ha parlato e mi ha detto che se volevo venire, ero il benvenuto. Io amo il calcio e gli ho detto che ero disperato, perchè volevo giocare. Ho 29 anni, molte stagioni sono passate in un batter d’occhio e so che molte altre passeranno altrettanto velocemente: non potevo perdere tempo e sprecare l’occasione».

IL PRESENTE – «Il tecnico non è qui per giocare. Lui vuole che conquistiamo il posto in Europa League per noi, e questo sarebbe un ottimo risultato poichè in Serie A ci sono solamente tre posti disponibili per la Champions League. Siamo in competizione con Juventus, Roma, Napoli, Lazio e Milan che sono squadre forti e stanno davvero correndo per aggiudicarsi i primi posti: è una corsa lunga e tirata, ma noi siamo lì e stiamo facendo bene. Per raggiungere l’obiettivo devi essere molto forte in casa».

IL FUTURO – «La mia testa ora è completamente concentrata sul Torino, voglio aiutare i granata in questa stagione. Il calcio cambia rapidamente e non so che cosa potrebbe accadere a gennaio, ma io ragiono considerando di stare qui per l’intera stagione».

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