Hakimi, “vendetta” Inter (dopo 24 anni) contro il Real

Il marocchino può “compensare” la cessione di Roberto Carlos al Madrid. Dopo una lista di insuccessi post-Maicon

In due sessioni di mercato estive i Galacticos hanno guadagnato più di 90 milioni di euro dalle cessioni di tre terzini, principalmente per motivi di bilancio. Una mostruosità, verrebbe subito da pensare, ma se si scorrono i nomi dei giocatori in questione, qualche dubbio comincia a insinuarsi. L’anno scorso il Real Madrid si è infatti separato da Theo Hernandez – direzione Milan – per 20 milioni, poi Achraf Hakimi all’Inter per 40 più bonus e infine Sergio Reguilon al Tottenham di Mourinho per altri 30.

È vero che sommando le presenze dei tre giocatori con la maglia del Real Madrid si contano solamente 62 partite – e quindi venduti nel complesso a un milione e mezzo per gara disputata -, ma se si guarda il panorama dei giovani giocatori in quel delicato ruolo, si sta probabilmente parlando dei migliori prospetti al mondo, con un valore che rischia almeno di raddoppiare per ciascuno di loro. I Blancos li hanno ceduto tutti all’estero, sperando di avere meno a che fare con i rimorsi: occhio non vede, cuore non duole. Ed ecco però che l’urna di Ginevra ha deciso di mettersi subito in mezzo, accoppiando Real e Inter. Hakimi è già pronto.

Musi lunghi

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In un momento storico di ringiovanimento della rosa, i tifosi madrileni non hanno nascosto le perplessità per queste cessioni, considerando che ora il parco terzini al servizio di Zidane conta Marcelo, Carvajal, Mendy e Odriozola. Il Real ha incassato, ma ha lasciato andare giocatori che avevano impressionato notevolmente durante i loro anni in prestito. Il doppio incrocio di Champions League sarà quindi già un importante crocevia in casa blanca per capire se davvero Hakimi non è all’altezza di chi è rimasto in Spagna o se i timori dei sostenitori dei Galacticos sono fondati.

Contrappasso

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Un passaggio di esterni che ne ricorda un altro di 24 anni fa in direzione inversa, ma con uno scenario simile. Nel 1995, infatti, dal Palmeiras arriva in nerazzurro per circa 10 miliardi di lire un 22enne brasiliano con un ottimo curriculum, dal nome di Roberto Carlos. Non fa male – 7 reti in stagione -, ma l’allenatore Roy Hodgson lo ritiene ancora grezzo tatticamente e finisce per preferirgli Alessandro Pistone in quella posizione. A Madrid Fabio Capello si frega le mani e spinge per averlo in rosa, così l’esterno vola in Spagna per soli 7 miliardi di lire. Diventerà il giocatore in grado di vincere un Mondiale e tre Champions League da titolare, giusto per citare alcuni dei trofei che invadono le sue bacheche. A distanza di oltre due decenni, l’Inter spera di aver avuto la sua vendetta, considerando che da quella cessione le fasce difensive nerazzurre sono state maledette: da Gresko ad Alvaro Pereira, sono tantissimi i giocatori rimasti vittima dell’eredità di Roberto Carlos. È molto presto per dirlo e si tratta chiaramente di una giocosa suggestione, ma 40 milioni per Hakimi sono pochi per le cifre del mercato contemporaneo e il marocchino è già idolo delle folle a Milano. Con un po’ di ritardo, l’Inter potrebbe aver restituito la beffa: questo è quello che a Milano si auspica.

Impatto

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Corre tantissimo il terzino classe 1998 nato a Madrid, ma non è solo muscoli e fiato. Hakimi ha talento, forza, piede e intelligenza calcistica ed è uno di quegli esterni che anche a livello europeo sono capaci di fare la differenza, con l’Inter che l’ha provato sulla propria pelle nella stagione scorsa. E nelle prime due uscite Achraf ha messo in mostra tutta l’artiglieria che ha nell’inventario: 26 minuti di gara contro la Fiorentina sono bastati per confezionare un assist, mentre da titolare con il Benevento ha abbinato il primo gol in nerazzurro a un altro assist. Sono stati sufficienti così un centinaio di minuti ufficiali in campo per far diventare Hakimi un vero idolo del popolo interista, che da anni non vedeva talenti simili in quella posizione, forse da Maicon. E chi ha visto sui social le sue foto in compagnia della modella spagnola Hiba Abouk, ha capito che ad Achraf non manca proprio nulla.

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