Hakan ed Edin tra gol, assist e magie: una serata da standing ovation

Il turco e il bosniaco contro il Genoa hanno incantato: rete e passaggio vincente all’esordio non si vedevano dal 2006, con Ibra. Calhanoglu: “Darò tutto per chi mi ha voluto qui”

Immaginarsi un esordio migliore è davvero difficile. Hakan Calhanoglu ed Edin Dzeko hanno mostrato un tempismo clamoroso per prendersi l’Inter. Nel giorno del ritorno allo stadio dei tifosi, i due nuovi arrivati hanno sciorinato tutto il repertorio, fino alla standing ovation del Meazza.

Chalamita di applausi

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Un dato statistico tra l’altro rende l’idea dell’impatto dei due. Il turco e il bosniaco sono i primi giocatori dell’Inter a segnare e fornire assist al loro debutto in Serie A con la maglia dell’Inter da Ibra nel 2006 contro la Fiorentina. Calha poi ha impiegato 14 minuti per prendere parte a due gol con la maglia dell’Inter in campionato (un assist, una rete), mentre con il Milan aveva impiegato 9 partite. E proprio la provenienza di Hakan fa godere doppio i tifosi interisti. Inzaghi invece si gode un giocatore totale, capace di divertire e divertirsi, di impostare, di concludere e di pennellare cross e corner per i compagni. Il Genoa è sembrato poca cosa, d’accordo, ma poi certe giocate devi farle, certi palloni devi saperli telecomandare sulla testa dei compagni, mentre altri sono finiti in buca d’angolo con due colpi da biliardo. Il primo a siglare il 2-0 – ottavo gol da fuori area in A, l’ultimo risaliva al luglio 2020, contro l’Atalanta su punizione – dopo aver chiuso un triangolo con Dzeko. Il secondo, poi annullato per fuorigioco millimetrico di Perisic, con una gran girata di destro nel sette. Non male per uno arrivato dal Milan e a parametro zero. Come testimonia la standing ovation del pubblico in visibilio quando ha lasciato il posto a Satriano. Una Chalamita di applausi, che ha commentato così la serata: “Ero tranquillo, so che tutti i tifosi aspettavano qualcosa dopo questo anno. Siamo partiti molto forte e abbiamo vinto. Ringrazio tutti i tifosi perché mi sostengono già, voglio dare il massimo per l’Inter, grazie per chi mi ha voluto qui. Inzaghi da me si aspetta anche i gol, io voglio dare tutto me stesso per squadra e tifosi. E’ facile giocare con compagni che hanno qualità, conosci già i loro movimenti”.

Vecchio a chi?

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Non che Dzeko sia stato da meno. Anche per lui un assist, per lo stesso turco, e una rete nel finale, su pennellata del terzo giocatore capace di abbinare un centro a un passaggio vincente: Vidal, l’ex pupillo di Conte. Alla faccia dei 35 anni, Edin gioca 97′ di grande intensità e di intelligenza calcistica superiore. Aspettando Lautaro, è il pianeta offensivo attorno a cui ruotano gli assaltatori di Inzaghi. Apre spazi, fa sponde, arretra per favorire gli inserimenti, non disdegna le sportellate. Un giocatore fondamentale, che starà a Inzaghi gestire al meglio tra campionato e Champions. Dzeko ha le spalle fin troppo larghe, il fantasma di Lukaku resta ingombrante ma lui si è calato nell’Inter con incredibile naturalezza. E stasera ha bagnato la 200ª in Serie A contro la squadra ha cui ha segnato più gol in assoluto: dieci. Il tutto condito da una traversa e da due miracoli cui ha costretto Sirigu, il migliore dei suoi. Aspettando il recupero di Lautaro e Sanchez e le notizie di mercato (problemi per Thuram, mentre Tare apre alla cessione di Correa), Inzaghi si gode il suo totem.

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