Haaland show, cinquina da record in Champions contro il Lipsia: 7-0, City ai quarti

Norvegese da primato, solo Messi e Luiz Adriano nella storia hanno fatto 5 gol in una partita della coppa più prestigiosa. E Guardiola l’ha tolto dal campo con mezzora ancora da giocare

Giuseppe Nigro

14 marzo – Milano

Sulle spalle del gigante. Il City fa quel che deve, eliminando il Lipsia con un’esplosione di manifesta superiorità (7-0) e avanzando ai quarti di Champions League. Ma il monumento equestre della serata lo scolpisce l’onnipotenza di Erling Haaland e della sua personale “manita”. Cinque gol in 63 minuti, quando con mezzora ancora davanti lo ha fermato l’unico che lo poteva fermare, Pep Guardiola, decidendo che poteva bastare, concedendogli l’adorante ovazione sotto la neve di Manchester. E insieme “salvando” il posto di Leo Messi e Luiz Adriano nel libro dei record, “solo” raggiunti ma non superati alla voce “maggior numero di gol segnati in una partita di Champions League” (anche Altafini nella più lunga la lista di chi ci era riuscito anche nella “vecchia” coppa Campioni).

NELLA STORIA

—  

Il vichingo aveva messo fuori la freccia del sorpasso, è stata invece quella del rientro ai box, travolgente nel riempire gli occhi ancora di più che a muovere un pallottoliere che ha comunque numeri inumani: 39 gol in 36 partite in stagione, 10 in 6 gare nell’Europa che conta, 33 su 25 presenze in Champions in carriera. Con un contorno come quello che gli offrono i Citizens – da De Bruyne e Gundogan in giù, e che ben di Dio – si parla di niente. In attesa della prossima sfida, nella prospettiva dell’inseguimento all’unica cosa che conta: la caccia a quella coppa dalle grandi orecchie che ancora manca alla sponda celeste di Manchester, missione, vocazione e assillo obbligato di quest’ultimo brano di guardiolismo.

CIAO LIPSIA

—  

Con l’highlight del successo sul Real Madrid nella prima fase, in un girone per il resto morbido, cala invece il sipario sulla coppa del Lipsia che, dopo aver raggiunto la semifinale nel 2020, resta ancora fuori dalle prime otto d’Europa: “colpa” anche di quest’accoppiamento ai limiti del proibitivo, anche se il pari dell’andata aveva tenuto aperti i giochi. Chiusi presto dal City al ritorno. La Champions di Rose finisce al tappeto come un pugile suonatissimo: naturale fino a un certo punto aspettarsi che potesse restare in piedi più a lungo, chiudendo invece tramortito da una prestazione storica e dalla parte sbagliata degli annali.

SUBITO FORTISSIMO

—  

Tenendosi Foden e Mahrez in panchina, la scelta di Guardiola di circondare Haaland con Grealish e Bernardo Silva è l’impronta istantanea di una partita che il Lipsia proverebbe anche a mordere in avvio con l’aggressione alta, ma su cui in realtà il City marca presto il territorio prendendo casa nella metà campo tedesca, per non uscirne più. Tre minuti per la prima occasione, Gundogan che sotto porta spara altissimo. Undici per il primo acuto di Haaland, che va a sbattere su Blaswich, servito in profondità con un lancio di 50 metri di Aké. Preliminari.

L’ESONDAZIONE

—  

E’ un rigore a far cedere gli argini: minuto 20, su un duello aereo al colpo di testa di Rodri segue un tocco con l’avambraccio di Henrichs punito col penalty. La trasformazione dal dischetto di Haaland, un rasoterra angolatissimo sulla destra per evitare di un pelo il peggio, è l’inizio dell’esondazione. Due minuti e arriva il raddoppio: rubata del norvegese in pressione su un rinvio di Blaswich, traversa dal limite di De Bruyne e sul rimbalzo si fionda in tapin Erling con l’incornata gol. Un altro gran diagonale del “9” su cui risponde Blaswich, salvifico anche su un servizio di De Bruyne per Gundogan, con in mezzo un brivido City per un errore di Rodri che rischiava di riaprire la partita. Ma la richiude subito Haaland.

È FINITA QUANDO È FINITA

—  

Già prima dell’intervallo il norvegese si porta a casa il pallone della partita con il terzo gol, con una correzione prepotente a chiudere una mischia davanti alla porta. Può bastare? Non può bastare. Lo dice Gundogan, che al rientro dagli spogliatoi – pronti, via – mette in chiaro subito che il City non ha intenzione di mollare la presa: gran diagonale mancino per il 4-0 dopo essersi liberato dalla marcatura. Ma resta la festa di Haaland, che si riprende la scena con naturalezza e prepotenza: al 54’ di testa si prende la respinta di Blaswich che prova a fermare una tempesta con le mani, sul rimpallo che ne segue Erling ribadisce di sinistro in rete. Finita? Non è ancora finita. Altri tre minuti e su un’altra respinta del povero Blaswich corregge ancora in rete (6-0) e saluta tutti con la mano che ricorda quanti ne ha messi nel sacco. Cinque. Un saluto che viene buono per l’uscita dal campo poco dopo. In trionfo. Il 7-0 di De Bruyne nel recupero ricorda che il City sarebbe anche molto altro, e ci dispiace per gli altri. Ma questa è la notte di Haaland, e resterà scolpita nella pietra.

Precedente City, Haaland serata da sogno: la cinquina e il sorpasso a Van Nistelrooy Successivo FINALE City-Lipsia 7-0: c'è tempo anche per l'ultimo gol di De Bruyne