Old enemies, old friends. Perché poi funziona così: a forza di sfidarsi, di darsele e di prenderle, due vecchi “nemici” diventano amici. Pep Guardiola contro Jurgen Klopp, oggi alle 12.30, British time, le 13.30 in Italia: la prima contro la seconda, un punto appena di differenza, mezzogiorno di sole e freddo – annunciati 4 gradi -, ma l’orario non è gradito al tecnico tedesco: «Perché aprire il cartellone della giornata con noi, con i nazionali sudamericani impegnati nelle eliminatorie mondiali rientrati da poche ore?». Tutto il mondo è paese, il calcio si è consegnato alle televisioni, ma beata la Premier che può godersi, da sette anni, le sfide tra questi due mostri sacri della panchina. Sono i manager più datati del campionato inglese: Jurgen subentrò al nordirlandese Brendan Rodgers l’8 ottobre 2015, Pep ereditò il Manchester City dal cileno Manuel Pellegrini il 1° luglio 2016. Da allora, partite leggendarie, botte da orbi, sfide decise al millimetro – esattamente gli 11 che negarono un gol al Liverpool il 3 gennaio 2019 per un salvataggio sulla linea di Stones sull’affondo di Mané – e il dominio del calcio made in England nelle ultime sei stagioni: cinque titoli per Guardiola (2018, 2019, 2021, 2022, 2023), uno per Klopp (2020). Poi una Champions a testa (2019 i Reds, 2023 i Citizens), quattro coppe di Lega e due FA Cup per Pep, una coppa di Lega e una FA Cup per Jurgen, un Mondiale per club in quota Liverpool, Community Shields in ordine sparso. Un’orgia e un’orda di trofei, in un duello rusticano in cui, nel bilancio dei 28 scontri diretti, è in testa il tedesco: 12 successi lui, 11 Pep, 5 pari. Un romanzo iniziato nel 2013 in Germania e diventato un sequel in Inghilterra.
Il genio di Guardiola e l’energia di Klopp
Pep e Jurgen sono il piatto forte della Premier. Due personalità ineguagliabili: il genio del visionario catalano contro l’energia vitale del maestro tedesco. Una spanna su tutti: l’olandese Erik Ten Hag (Manchester United) sembra un pastore luterano in panchina, l’argentino Mauricio Pochettino (Chelsea) ha l’eterna aria da bravo ragazzo, l’australiano Ange Postecoglou mostra la maschera bonaria di chi viene dal basso, lo spagnolo Mikel Arteta ha l’aspetto tenebroso come le sue maglie nere dolcevita, l’italiano Roberto De Zerbi si farà, anche se è sulla buona strada. Pep e Jurgen rubano l’occhio, il palcoscenico e i titoli, compresi quelli dei giornali. Vivono dal 2016 a settanta chilometri di distanza, ma non si sono mai frequentati, come ha spiegato Klopp: «Non possiamo dire di essere amici perché non usciamo mai insieme, ma c’è molto rispetto tra noi due». Pensiero condiviso da Guardiola che stima il rivale non solo sul piano lavorativo, ma anche per lo spessore umano.
Pep e Jurgen impegnati nel sociale
Jurgen e Pep sono carismatici pure fuori dal campo. Uniti dal triste destino di aver perso la mamma durante il Covid, mostrarono, nei momenti più bui della pandemia, uno spessore civile non indifferente. Klopp criticò la gestione del virus da parte del governo britannico: «Quando arrivi dalla Germania e sbarchi qui, sembra di stare tra i marziani». Pep si diede da fare all’interno della comunità, ma senza fare reclame in pubblico. Jurgen è un democratico che sta dalla parte del popolo ed è l’uomo perfetto per una tifoseria come quella del Liverpool: quando si batte il cuore con il pugno, rappresenta l’anima rossa di una città da sempre laburista. Pep appoggiò nel 2018 la causa dell’indipendenza catalana ed è da sempre un fiero sostenitore dell’accoglienza: ha indossato più volte la felpa di Open Arms, organizzazione umanitaria non governativa.
Le idee dei tecnici e la sfida tra Haaland e Salah
Il calcio che esprimono è figlio della loro natura. Il City di Pep è un laboratorio aperto ventiquattro ore su ventiquattro, dove si cercano sempre nuove formule di calcio. Negli anni, il football made in Pep è passato dall’orizzontalità psichedelica alla verticalità rock. Guardiola naviga tra i moduli e gli uomini, inventando il difensore Stones, dotato di piedi buoni, centrocampista di complemento. Klopp ha il copyright del gegenpressing, ovvero un contropressing che va considerato l’evoluzione, ad alta velocità, del vecchio contropiede e delle ripartenze sacchiane. Pep e Jurgen sono una manna per gli attaccanti. Haaland – tornato acciaccato dalle partite con la Norvegia – è sempre più Haaland nelle mani di un allenatore geniale. Salah è il faraone che ha trovato la sua piramide a Liverpool grazie a Klopp.
Guardiole e Klopp, un duello a colpi di trofei
Pep vince la gara dei trofei, 36-12, ma Klopp ha allenato a lungo il Mainz e poi un Borussia Dortmund che il perfido nemico, il Bayern di Guardiola, spolpava cinicamente a ogni finestra di mercato. Jurgen diede il benvenuto al collega il 27 luglio 2013 in Supercoppa di Germania: 4-2 per il Borussia Dortmund. Quattro mesi dopo, in Bundesliga, la rivincita di Guardiola, con il 3-0 a favore del Bayern. Da allora, botte e risposte, senza esclusione di colpi. L’ultimo faccia a faccia, il 1° aprile 2023, 4-1 per il City sul Liverpool. Klopp definisce il collega «il miglior allenatore del mondo. Il City gioca un calcio folle, ma per fortuna anche loro sono umani». La replica di Guardiola: «Jurgen rende con la sua presenza il calcio un posto migliore in cui stare. Lo ringrazio, ma non sono il numero uno. Di sicuro il Liverpool è stato il nostro avversario più forte e considero Klopp il più grande rivale della mia carriera: lui mi ha reso migliore». Con una considerazione finale sui rischi di retrocessione del City per la vicenda fair play finanziario: «Se saremo puniti, è ancora più probabile che io rimanga, ma il nostro caso è ben diverso rispetto a quello dell’Everton».
Pep e Jurgen come Ferguson e Wenger
Un sondaggio alla vigilia della sfida di oggi, riservato ai tifosi inglesi tra i 18 e i 26 anni, ha eletto Guardiola allenatore più influente degli ultimi 25 anni. Klopp occupa la quinta posizione: tra lui e Pep, Alex Ferguson (secondo), Arsène Wenger (terzo) e José Mourinho (quarto). La certezza è che Guardiola-Klopp sono gli eredi del duello Ferguson-Wenger. Sono l’evoluzione del football che non si ferma mai, ma rispetto allo scozzese e al francese, che si detestarono per poi riconciliarsi al momento della pensione, non sono mai volate pizze – quelle vere, Pizza Express, come accadde in un famoso Manchester United-Arsenal – e non ci sono stati momenti di particolare tensione. Raccontò Klopp nel 2022: «Pep mi ha detto che quando non saremo più alla guida di nessun club, ci siederemo insieme e berremo un bicchiere di vino». Il vino può attendere. Pep e Jurgen bevono ancora calcio.
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