Gosens: “Ho amato Matthaus e Klinsmann, ma il mio preferito è un cestista”

Robin Gosens è il protagonista della quarta puntata di “Where are you from?’ su Inter TV e si è raccontato a tutto tondo

Matteo Pifferi

19 dicembre

Robin Gosens è il protagonista della quarta puntata di “Where are you from?’ su Inter TV e si è raccontato, partendo dal paesino nel quale è cresciuto:

“Si chiama Elten, è l’ultimo paesino prima del confine con l’Olanda. Un villaggio di tremila persone, tutti conoscono tutti”

I primi passi nel calcio

“Ho chiesto a mio nonno se potessimo costruire due porte piccole nel garage e mi ha detto sì, l’abbiamo costruito insieme, me lo ricordo benissimo e da lì è partito tutto, abbiamo iniziato a giocare in strada, è stato un bel periodo”

I calciatori preferiti

“Sono sempre stato un fan della generazione di Lothar Matthaus, Jurgen Klinsmann, che hanno fatto la storia qui all’Inter. Sono gli idoli dei tedeschi perché hanno vinto quasi tutto in Nazionale e con l’Inter”.

Differenze calcistiche tra Italia e Germania

“Bella domanda: gli italiani sono più appassionati e lo fanno anche vedere, i tedeschi sono ‘stretti’ e non fanno vedere le emozioni. L’italiano vive per il calcio, c’è meno distanza tra squadra e tifosi. I tedeschi sono appassionati ma lo fanno vedere in altro modo”.

Piatti tipici tedeschi?

“Bratwurst con currywurst, per me è molto buono anche se gli italiani pensano il contrario. Poi abbiamo la fricassea, il mio piatto preferito in assoluto ma solo se lo fa la mia compagna”.

Luoghi da visitare?

“Monaco e Amburgo. Vale la pena andare perché sono due città bellissime. Poi c’è la Foresta Nera che mi piace un sacco”.

Generi musicale?

“Il rap è piuttosto importante in Germania, specie in certe zone povere perché dà la sola opportunità ai ragazzi di uscire da lì. Il rap è importante anche per i giovani”.

Il tedesco che stimi di più?

“Robin Gosens”

Com’è nata l’idea del primo libro?

“Non stavamo giocando, quando è venuta fuori l’idea eravamo durante la pandemia. In tanti mi hanno scritto e mi hanno fatto sapere che volevano conoscere la mia storia. Il calcio secondo me non è sempre bello, ci sono cose brutte e che non vanno bene. Da quella idea nasce il mio libro, per raccontare la mia storia e come vedo io il calcio. Se non hai in mente cosa scrivere, non ha senso mettersi lì a farlo. Come ho avuto un’idea mi sono messo a scrivere. A me piacciono molto i libri, quindi farei volentieri lo scrittore”.

Il film tedesco che ti ha influenzato maggiormente?

“C’era un film che si chiamava ‘Die Welle’ (‘L’Onda’ di Dennis Gansel) che raccontava la storia di un professore che ha creato una classe capace di seguire ma non di pensare. Sono entrato nella psicologia dei bambini, hanno fatto vedere cosa può cambiare quando la mente non pensa più. Il film più famoso in Germania si chiama ‘Fack Ju Gohte’, molto divertente”.

Sport più seguiti?

“Calcio, tennis e Formula Uno”.

Se non avessi fatto il calciatore quale sport avresti fatto?

“O tennis o la maratona”.

Atleta preferito?

“Dirk Nowitzki, che ha fatto una carriera assurda in NBA. Un idolo per tutti”.

Evento più importante?

“L’Oktoberfest, al 100%. Sono andato una volta, è stato un casino enorme. Vengono da ogni parte del mondo, anche dagli Stati Uniti, vale la pena andarci, quello che succede è assurdo”.

Descrivi i tedeschi con tre aggettivi.

“Puntuali, disciplinati e nervosi”.

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