Gosens eroe a sorpresa: così ha conquistato anche la Germania

Gol e assist contro il Portogallo, il centrocampista dell’Atalanta che non ha mai giocato in Bundesliga è diventato un idolo. Ora non chiede più la maglia Ronaldo e risponde a Müller: “Meglio 60 minuti fatti bene che 90 fatti male”

Un eroe. Per molti diventato tale da (quasi) sconosciuto. Robin Gosens ha salvato la Germania. I tedeschi, dopo la figuraccia dei Mondiali del 2018 (vennero eliminati per la prima volta nella fase a gironi), rischiavano seriamente di uscire anche al primo turno degli Europei. Dopo il gol del vantaggio dei portoghesi la situazione era molto delicata, ma ci ha pensato Gosens a cacciare i fantasmi. Ha provocato l’autogol di Dias, ha servito a Havertz (tedesco più giovane di sempre a segnare agli Europei) l’assist per il 3-1 e ha segnato lui stesso il 4-1. In precedenza, fra l’altro, gli era stato annullato un gol. Insomma: ha preso per mano la Germania e l’ha tirata fuori dalle sabbie mobili. Inevitabile sia diventato un idolo per i tifosi tedeschi. Che lo hanno scoperto tardi: Gosens, infatti, non ha mai giocato in Bundesliga, motivo per il quale in molti non lo conoscevano nemmeno.

Euforia

—  

Sui social le meme si sprecano. In una, per esempio, c’è la foto di Ronaldo con sopra la scritta “chi, apparentemente, è il giocatore più forte del mondo”, sotto l’immagine di Gosens e la scritta “chi lo è davvero”. In tanti altri fotomontaggi l’esterno dell’Atalanta riceve il Pallone d’Oro. D’altronde Gosens è il primo giocatore tedesco a mettere lo zampino in 3 gol in una partita della fase a eliminazione degli Europei dal 2008 in poi (l’ultimo a riuscirci, sempre contro il Portogallo, fu Schweinsteiger). Ieri, a fine partita, Gosens ha trovato anche il tempo, con il sorriso sulle labbra, di rispondere a una provocazione di Thomas Müller. “Reggi solo 60 minuti perché giochi in Italia”, gli ha detto l’attaccante del Bayern, facendo trasparire una scarsa considerazione della Serie A. “Meglio 60 minuti fatti bene che 90 fatti male”, gli ha risposto Gosens (che peraltro è uscito per un risentimento muscolare, come ha spiegato Low, ndr).

Ronaldo

—  

Ieri, fra l’altro, Gosens si è preso una grande rivincita. Come raccontato da lui stesso nella sua autobiografia, anni fa, prima che si consacrasse, andò da Ronaldo al termine di una partita di Coppa Italia e gli chiese la maglietta. “Ho cercato di realizzare il mio sogno di avere la maglia di Ronaldo. Dopo il fischio finale sono andato da lui, non sono nemmeno andato dal pubblico per festeggiare… ma Ronaldo non ha accettato. Gli ho chiesto: ‘Cristiano, posso avere la tua maglietta?’ Non mi ha nemmeno guardato, ha detto solo: ‘No!’. Ero completamente arrossito e mi vergognavo. Sono andato via e mi sono sentito piccolo. Hai presente quel momento in cui accade qualcosa di imbarazzante e ti guardi intorno per vedere se qualcuno l’ha notato? È quello che ho provato e ho cercato di nasconderlo”. Ora però Gosens si è tolto ben altre soddisfazioni. Da che in Germania era sconosciuto è improvvisamente diventato un eroe.

Tifa Italia con noi! Solo fino a quando gioca la Nazionale accedi ad una offerta mai vista prima: la Digital Edition del quotidiano Gazzetta per la prima volta ad un prezzo di 2,99€/mese per 12 mesi! Attivati ora!

Precedente Italia, passeggiata a Villa Borghese. Controlli medici per Emerson Successivo Tottenham, ora Nuno Espirito Santo è il favorito per la panchina

Lascia un commento