Godin-Cagliari storia finita. Arrivato da star, ora è un peso…

Capozucca: “Non possiamo più permettercelo”. Il club di Giulini vuole tagliare i 4 milioni di ingaggio ma il giocatore rifiuta tutte le destinazioni proposte. Per rinforzare la difesa piace Bonifazi

Dal “Bienvenido Godin” con presentazione in pompa magna (per quel che si poteva) del 24 settembre al “Godin, togli il disturbo” di questi giorni. L’idillio tra il Cagliari e il campione uruguaiano, ex stella dell’Atletico Madrid e capitano e bandiera della Celeste, è già finito. Motivo? Il Cagliari ha dichiarato che non può permettersi di pagare il suo stipendio, altissimo. Perché nella prossima stagione si passerebbe dai tre percepiti in questo campionato, ai quattro milioni. Il presidente Tommaso Giulini, dopo il lungo confronto della settimana scorsa con il direttore sportivo Stefano Capozucca e il tecnico Leonardo Semplici che ha sancito la conferma dell’allenatore fiorentino, ha dettato la linea. E ha spedito proprio Capozucca, il giorno dopo, a colloquio con i giornalisti. L’uomo che, insieme a Semplici, ha grandi meriti nella clamorosa salvezza di un Cagliari, partito l’estate scorsa con ben altre aspettative, è stato chiaro: “Non possiamo più permetterci Godin”.

Un caso

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Quello del centrale uruguaiano che, con Semplici non ha saltato neppure un minuto fino all’ultima partita interna col Genoa in cui ha chiesto di essere gentilmente lasciato a riposo perché in procinto di partire per la nuova avventura con la Nazionale in Copa America, rischia di diventare un caso spinoso. Perché Godin ha serietà e dignità. E ha dato una parola. Sul suo rendimento non eccellente nella prima parte di stagione con Di Francesco, in una realtà del tutto nuovo, col Covid che ha pesato, si può discutere, ma sulla professionalità, la leadership e il valore del calciatore proprio no. Godin era stato presentato come l’uomo in più di questo torneo. Nella parte decisiva è stato uno dei pilastri. E ora viene invitato ad andarsene. Breve innamoramento e poi i saluti. Sedotti e abbandonati. Succede spesso, purtroppo anche ai calciatori. Perché se un difensore di questo livello lo si ingaggia poi bisogna tenerlo mantenendo gli impegni presi. A meno che non arrivi una offerta pazzesca che rende felici entrambe le parti.

Piste straniere

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Godin era stato ingaggiato con un biennale da Giulini dopo una stagione tra alti e bassi all’Inter. Il Cagliari aveva liberato i nerazzurri di un ingaggio pesante e questo primo colpo era stato anche il preludio al ritorno, in prestito, di Radja Nainggolan, sempre dall’Inter, a gennaio. Ma ora la società impone un brusco ridimensionamento, come, peraltro, la maggior parte dei club, massacrati da un anno senza incassi dal botteghino e da altre entrate di sponsor che, ovviamente, sono venute a mancare. La prima mossa è quella di separarsi dall’esperto centrale sudamericano che in Sardegna è giunto con la compagna Sofia, figlia di quel Pepe Herrera che inaugurò nel 1990 la saga degli uruguagi in rossoblù con Enzo Francescoli e Daniel Fonseca nel Cagliari dei fratelli Orrù, tornato in A con Claudio Ranieri. Diego e Sofia sono sbarcati con i loro quattro labrador, ma nelle intenzioni c’è pure l’idea di un figlio. I primi obiettivi, però, sono calcistici: Copa America e Mondiale nel 2022. Per chiudere alla grande. Per farlo Godin ha bisogno di giocare in una piazza e in un campionato di alto livello. Il Cagliari ha accennato al giocatore la possibilità del Talleres, club argentino di Cordoba. Respinta al mittente. Come la proposta più concreta della Dinamo Mosca che sarebbe pronta a pagare i quattro milioni al difensore. Pure dell’offerta dei russi Godin non ne vuole sapere. Vorrebbe rimanere in Sardegna, Anche se Capozucca continua a ripetere: “Prima di compiere altre operazioni di mercato dobbiamo sistemare la questione Godin che non ci possiamo più permettere. L’ingaggio è troppo alto”. Un accordo sul ridimensionamento si può pure impostare, ma l’atteggiamento del club ha sicuramente inasprito il giocatore e il suo entourage.

Bonifazi piace

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Peraltro il Cagliari sta per orientarsi sul giovane centrale di proprietà della Spal Kevin Bonifazi che l’Udinese non sembra decisa a riscattare dopo 30 buone partite. Costo dell’operazione sei milioni e mezzo, più uno di ingaggio a stagione fino al 2024 per il giocatore che Semplici conosce bene per averlo avuto a Ferrara. L’operazione non è facile, ma Bonifazi ha 25 anni e può rappresentare un buon investimento. Le parti hanno cominciato a dialogare.

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